La Commissione Europea ha pubblicato un intervento di Viren Swami, professore di psicologia sociale presso l’Anglia Ruskin University (Regno Unito), ove si cerca di tracciare il profilo dei complottisti. Esatto, quelli che credono che il problema sanitario in corso sia da addebitare direttamente all’installazione delle reti 5G o agli interessi economici di Bill Gates. Attenzione, non è un caso isolato a realtà nazionale: le fake news ormai sono globali, rinforzandosi anzi nei link tra i vari paesi (dimensione nella quale le bufale arrivano, mentre il debunking fatica ad esprimersi).
Il complotto è più veloce del virus
Spiega il prof. Swami:
Sappiamo che alcuni fattori rendono più probabile che le persone ci credano, come ad esempio il fare affidamento su un pensiero più intuitivo o emotivo. Si tratta principalmente di una mancanza di azione o di controllo. […] In genere, si tratta di persone che si sentono impotenti, persone che si sentono minacciate, persone che sentono di non avere alcun controllo su ciò che accade intorno a loro.
Paradossalmente gli studi dimostrano come le teorie del complotto sono comunque ben più virali del virus stesso, incontrando meno ostacoli sul proprio percorso e trovando evidentemente al tempo stesso molti più soggetti esposti:
Sono stati condotti un paio di studi che hanno dimostrato che è possibile mappare la diffusione delle teorie del complotto sul coronavirus, e si stanno diffondendo molto più rapidamente del virus stesso
Ma come fermare queste teorie? Come immunizzare i singoli? Come trovare un’immunità di gregge al falso? Purtroppo disinfettarsi le mani prima di digitare non serve, ma anche “lavarsene le mani” di fronte alla lettura di certe falsità non sembra sortire grossi risultati:
Solitamente rifiutano qualsiasi prova che non si adatti perfettamente alla loro visione del mondo, e accettano esclusivamente prove che confermano convinzioni preesistenti. Rifiuteranno qualsiasi cosa io dica sostenendo che il motivo principale è che io stesso faccio parte del complotto. La pongono in maniera tale da rendere impossibile un dibattito. Entrano in uno stato mentale in cui credono che le persone che compiono cattive azioni siano intrinsecamente malvagie, e non conviene avere un dibattito con una persona cattiva; si deve invece sconfiggere il male.
La scienza dimostra come il falso, paradossalmente, abbia maggiori possibilità di attecchire rispetto al vero. Ciò è possibile grazie alla sua sensazionalità ed alla possibilità di giocare più carte, senza regole, senza rigidità, senza dover rispondere a principi di realtà. Il falso è più affascinante, quindi, e può giocare con le armi della persuasione in modo quasi naturale:
quando le persone si affidano all’intuito e alle emozioni è più probabile che credano ad asserzioni false. Affermazioni che incutono paura, ad esempio, rendono le persone meno inclini a fermarsi a riflettere.
Al momento non c’è una cura a tutto ciò. C’è un vaccino: si chiama “senso critico” e lo si distribuisce con la cultura. Le dosi omeopatiche però non funzionano: serve una somministrazione continua e massiva.