Il nuovo Black Market Report condiviso da Armor mette in evidenza un fenomeno che sembra stia prendendo piede nel Dark Web: la vendita di denaro proveniente da attività illecite in cambio di Bitcoin. Una vera e proprio pratica da etichettare come criminale, avvistata dai ricercatori per la prima volta lo scorso anno, ma che pare ora ripetersi con maggiore frequenza.
Dark Web: compri denaro, in Bitcoin, a un decimo del valore
Ecco come funziona: fondi provenienti da conti bancari oppure online vittime di violazioni (ad esempio il furto delle credenziali associate a carte di credito o metodi di pagamento) vengono trasferiti sul conto corrente dell’acquirente, anche attraverso il network di Western Union. In cambio, il venditore chiede un versamento in Bitcoin per una cifra pari al 10-12% della somma inviata. Nei meandri più oscuri della Rete sono nati luoghi di scambio che mettono a disposizione pacchetti da 2.500, 5.000 o 10.000 dollari. Non che ci sia bisogno di specificarlo, ma il tutto è da ritenersi illegale.
In questo modo i cybercriminali non devono fare i conti con l’obbligo di ripulire il denaro prima di poterne usufruire, spostando l’incombenza su chi (a suo rischio e pericolo) decide di comprare denaro sporco a circa un decimo del suo valore.
Non è certo la prima volta che Bitcoin e altre criptovalute che rendono pressoché impossibile risalire alla reale identità di chi opera le transizioni vengono utilizzati per attività illecite. Se ne è parlato più volte anche in relazione al pagamento dei riscatti da parte delle vittime dei ransomware che pur di rientrare in possesso dei dati tenuti in ostaggio sono disposti a mettere mano al portafogli.