La realtà virtuale è la moda del momento: se ne occupano le aziende grandi e piccole, da Google alle startup, ed è un mercato che fa gola a molti in virtù dei potenziali introiti che colmerebbero quelli dell’agonizzante business dei PC. È anche per questo che al Computex di Taipei tutti i marchi di solito associati ai desktop hanno presentato qualcosa che assomiglia a un computer indossabile: potenti zaino-PC capaci di sostenere una realtà virtuale portatile , seppure con autonomia limitata.
Zotac, Gigabyte, HP e MSI: questi tre marchi hanno mostrato soluzioni molto simili, prodotti potenti dotati di CPU Intel Core di sesta generazione e schede grafiche Nvidia, tutti accomunati di un peso non proprio contenuto e da un difetto che per ora li relega a poco più che semplici esperimenti e anticipi di quello che in futuro sarà la vera informatica indossabile. Tutti gli zainetti mostrati hanno un limite essenziale nell’autonomia : non si supera i 60, o al massimo 90 minuti di autonomia, a fronte di un peso che raramente cala sotto i 5 chilogrammi.
L’idea che accomuna queste soluzioni è quella di mettere un potente PC addosso all’utente, e collegarlo ai vari visori per la realtà virtuale come il Vive di HTC e l’Oculus VR senza fastidiosi cavi che circolano per la stanza . Sotto il cofano MSI ci piazza un Core i7 linea K con una VGA Nvidia GTX 980 (espandibile a 1080 in futuro), HP nel suo Omen ci infila un Core i5 e una VGA non meglio identificata ma con 32GB di RAM, Zotac si è limitata a inserire uno dei suoi mini-PC in uno zaino e Gigabyte ha fatto più o meno lo stesso, mettendo un laptop della linea Aorus in un apposita borsa da mettere sulle spalle.
Nessuno di questi prodotti è immediatamente disponibile per la vendita, forse solo HP e Zotac sono davvero prossimi a lanciare qualcosa: nel caso di Omen si parla di luglio, quindi questione di settimane, ma nessuno ha ancora risolto il problema di cui parlavamo sopra. L’autonomia dei prodotti, 60 minuti nel caso di HP, non pare sufficiente per trasformare effettivamente la realtà virtuale in un passatempo di massa : è vero che si possono cambiare a caldo gli accumulatori (nell’Omen ce ne sono due e un terzo tampone per consentire di non spegnere il device durante l’operazione), ma per ora si tratta in effetti più di proof of concept che veri prodotti realmente pronti per il grande pubblico.
Prezzi per questi prodotti ancora non se ne fanno, ma è facile immaginare che visto l’allestimento hardware non saranno proprio contenuti. Tutti al limite possono essere utilizzati anche come semplici desktop, collegati a un semplice schermo LCD e a semplici tastiera e mouse: ma che senso avrebbe investire in questo caso in uno zaino quando si può prendere un PC comune? A questo punto, comunque, la strada è aperta: visto lo sforzo profuso da tutti questi player probabilmente la realtà virtuale si trasformerà in realtà questa volta, anche se occorrerà capire se sarà una meteora come il 3D o se invece resterà sulla breccia dell’onda a lungo.
Luca Annunziata