Quando Jobs annunciò l’uscita del primo iPod, nell’ormai lontano 2001, nessuno avrebbe immaginato quanto quel piccolo oggetto, che molti avevano classificato come un sicuro flop, sarebbe diventato un’importante voce nel fatturato di Apple, ed un elemento ancora più importante per la strategia commerciale della casa della mela.
La progressiva diffusione della musica in formato MP3 ha premiato chi ha saputo sfruttare subito al meglio il nuovo mercato: Apple aveva tra le mani un prodotto vincente, i cui punti di forza sono da ricercare nella semplicità d’uso e in quei dettagli che l’hanno reso un prodotto più usabile e appetibile rispetto ai concorrenti.
La stessa Apple, probabilmente, intuì con un certo ritardo le proprie potenzialità in questo campo, tant’è che le prime versioni dell’iPod erano compatibili solo con i computer Macintosh, e la versione Windows di iTunes venne rilasciata solo più tardi. Inutile dire che l’apertura verso i più diffusi PC-Windows portò ad un incremento esponenziale delle vendite, ma un altro importante punto di svolta nella strategia di Apple fu quello di convincere le major a vendere la musica online, con conseguente apertura dell’iTunes Music Store (oggi solo iTunes Store).
Al di là delle discussioni sulla tecnologia DRM e sul legame che lega a doppio filo l’iPod con la musica acquistata sull’iTunes Store, è innegabile che Apple in questi anni sia riuscita a costruirsi un mercato che va al di là di quello che può rappresentare l’iPod visto come oggetto a sé stante, e si allarga a tutto quello che ruota intorno a questo mondo. Per ogni iPod venduto, la media di canzoni acquistate sull’iTunes Store è relativamente bassa: si parla di una ventina di brani, ma i clienti abituali possiedono diverse centinaia di brani, quindi possiamo stimare che solo un utente iPod ogni dieci si rivolge all’iTunes Store. È però sicuramente molto più elevato il numero di coloro che hanno acquistato uno o più accessori: non dimentichiamo che Apple, forte della sua posizione, ha potuto stringere diversi accordi che hanno portato sul mercato un’infinità di accessori per sfruttare l’iPod in ogni occasione, dalle comuni casse esterne in decine di varianti, ai prodotti più “originali” come quelli sviluppati in collaborazione con Nike, BMW, ecc.
Tra i motivi del successo di iPod c’è anche la sua coerenza tecnologica: Apple, ad esempio, ha sempre mantenuto lo stesso tipo di connettore (fatta eccezione per lo Shuffle, che possiamo considerare un prodotto a parte). La volontà di standardizzare il sistema di comunicazione con l’iPod è diventata ancora più esplicita quando è stato creato il marchio “Made for iPod”, che assicura la compatibilità degli accessori attraverso questo tipo di collegamento, e il fatto che si voglia dare una certa continuità su questa strada è evidenziato dall’adozione dello stesso connettore anche sul futuro iPhone.
Le ultime mosse in casa Apple evidenziano come la casa della mela voglia tentare la stessa strada anche per quanto riguarda film e foto, sia sui dispositivi portatili che tra le mura domestiche. Stiamo ovviamente parlando di Apple TV e di iPhone, ma anche dell’ipotetico futuro modello di iPod con un display simile a quello del cellulare della Mela.
Quando qualche anno fa veniva interrogato sulla possibilità di vedere film sull’iPod, Jobs ammetteva che non ci sarebbero stati particolari problemi nell’implementazione, a patto che l’utenza si dimostrasse interessata ad una simile caratteristica. In realtà a Cupertino si stavano già preparando i primi passi che avrebbero aperto la strada ad una tale eventualità, ma prima di pensare ai film – la cui trattativa con le major poteva essere tanto lunga e complicata quanto infruttuosa, se il mercato non avesse recepito l’offerta – Apple ha tastato il terreno promuovendo la vendita di video musicali, cortometraggi e serie televisive. Una volta appurato l’interesse del pubblico (perlomeno quello americano, perché la vendita al di fuori degli USA dovrebbe iniziare entro questa estate) sono iniziate le trattative per la vendita dei film la cui accoglienza è stata più fredda ma comunque buona, nonostante l’offerta non comprenda ancora i titoli di tutte le major.
Ma se un video di pochi minuti si può vedere sullo schermo di un iPod, e un episodio di CSI si può guardare anche al computer, o collegando l’Pod al televisore, per vedere un film serve qualcosa in più. Nell’immaginario di Jobs, quel qualcosa in più non può essere lo schermo di un computer relegato in uno studio o in una camera, né tanto meno un computer trasportato in salotto e collegato al televisore. Quando arrivarono sul mercato i primi Media Center Jobs disse di non essere particolarmente attratto dall’idea: il computer, diceva, presuppone un atteggiamento “attivo” dell’utente, mentre quando uno si siede davanti al televisore, lo fa con un atteggiamento “passivo”. La risposta di Jobs al Media Center è Apple TV , un dispositivo che sebbene sia realizzato con i componenti standard di un PC e una versione ridotta di Mac OS X, non è da considerarsi un computer e non si può utilizzare come tale (fatti salvi i vari hack che cominciano ad affacciarsi sulla Rete). Apple TV è un elettrodomenstico evoluto, immediato e semplice da utilizzare, un Media Extender che si sincronizza col computer, una sorta di iPod da salotto che immagazzina foto, audio, e video (o li riceve in streaming dai computer ai quali è collegato, anche attraverso rete WiFi) e li ritrasmette al televisore o all’impianto audio di casa.
Apple TV è il prolungamento naturale di iTunes e dell’iTunes Store, un ulteriore tassello nella strategia commerciale di Apple, che dopo aver conquistato il settore della “musica da passeggio” con l’iPod, attraverso l’Apple TV mira a conquistare i salotti multimediali. Questa condizione le permetterebbe di aumentare la propria percentuale di mercato anche nell’ambito dei computer, ma l’operazione non è di quelle più facili: stavolta Apple arriva in ritardo rispetto al Media Center o ad altri prodotti analoghi, e la vendita di film non si può paragonare alla vendita di musica, sia per questione di costi (nel confronto con la controparte “fisica” acquistata in negozio), che di fruizione da parte dell’utente. Come ho già avuto modo di dire in passato, comprare per 99 centesimi un brano che si ascolta tutti i giorni, non è come comprare un film a 10-12 euro che si vedrà, quando va bene, un paio di volte.
In ogni caso le vendite di Apple TV sono iniziate sotto i migliori auspici, ed è facile immaginare che saranno in molti a comprarla senza preoccuparsi minimamente dei film venduti sull’iTunes Store, così come adesso la maggior parte delle persone che comprano un iPod non ha alcuna intenzione di comprare musica online da Apple (mentre può essere vero il contrario). Le prime impressioni di chi l’ha provato sono estremamente favorevoli e sono già spuntati tutorial per sostituire l’hard disk con uno più capiente, e modifiche al software per leggere i DivX oltre ai formati già supportati nativamente da Apple (MPEG-4 e H.264).
Se l’interesse intorno ad Apple TV sembra essere alto, ancora più alto è l’interesse intorno all’ iPhone : si parla già ora di milioni di richieste per un prodotto che nelle migliori delle ipotesi sarà in vendita, negli USA, solo tra tre mesi. Quello che da molte persone viene visto come un cellulare che fa anche da lettore multimediale o da smartphone (con quei limiti sulle applicazioni che ancora non conosciamo), in realtà andrebbe visto come un iPod evoluto che fa anche da cellulare. Un semplice cellulare con schermo sensibile al tocco non avrebbe un grande fascino, ma se all’iPhone venisse inibita la possibilità di telefonare ci troveremmo comunque di fronte ad un prodotto di successo: l’iPod wide-screen che tutti aspettavano da tempo per sfruttare al meglio la riproduzione di contenuti video e le foto. Un iPod con schermo multi-touch e Hard Disk da 30-80 GB farebbe la felicità di molti utenti, e l’ipotesi di un dispositivo simile non è molto remota se consideriamo che Apple ha già sviluppato tutto il necessario per utilizzarlo nell’iPhone (compresa una versione embedded di Mac OS X, che si sta dimostrando molto più versatile del previsto).
In questo momento Apple ha a disposizione molte carte da giocare per poter espandere il proprio mercato in diversi settori: resta da scoprire se saprà sfruttarle nel modo giusto, perché il 2007 potrebbe essere un anno decisivo.
Domenico Galimberti
(per contattare l’autore scrivere alla redazione )