Se riusciremo ad evitare il contagio influenzale nei prossimi freddi mesi invernali, oltre che al sistema immunitario, dovremo dire grazie anche a Google. Merito dei nuovi sviluppi di Flu Trends , il servizio con il quale Big G monitora i sintomi influenzali mettendo in correlazione le ricerche degli utenti su argomenti relativi all’influenza e la quantità di persone colpite effettivamente dalla malattia, un sistema che ha permesso agli scienziati di prevedere con nove settimane di anticipo quando si materializzerà il picco influenzale.
Pubblicato su Nature Communication , l’esperimento è stato condotto da un team della Meilman School of Public Health della Columbia University guidato da Jeffrey Shaman e ha riguardato 108 città americane monitorate dal novembre 2012 tramite Google Flu Trends e le stime del Center for Disease Control and Prevention (CDC), organismo statunitense che analizza le stime dei casi influenzali. Nei primi mesi del test le previsioni sono risultate esatte nel 63 per cento dei casi, percentuale aumentata fino al 70 per cento nei mesi successivi, quando cioè si entrava nel periodo più florido per il ceppo influenzale.
“Per essere uno strumento di monitoraggio, la forza di Google Flu Trends ci ha sorpreso dimostrandosi un’utile risorsa”, ha dichiarato il professor Shaman, che però non nasconde i limiti del servizio, più accurato nelle aree poco popolate e ancora da limare quando si valutano zone densamente abitate come le grandi metropoli, per le quali è allo studio l’opportunità di concentrare le analisi sui singoli quartieri piuttosto che l’intera città.
Miglioramenti che si accompagnano all’incremento dei temi ricercabili su Google Trends, che ha aggiornato il sistema integrando nuove modalità di ricerca basate sugli argomenti e non più sulle keyword . Oltre a spaziare da Obama a Hayao Miyazaki per un totale di 700mila diversi temi, l’aggiornamento permette ricerche più veloci e precise e consente di ottenere risultati anche in caso di errori ortografici o con termini stranieri. In fase beta, la funzione è attiva per ora solo in Brasile, Francia, Germania, India, Italia, Regno Unito e USA.
Alessio Caprodossi