Condé Nast, l’editore di Wired, Vogue, The New Yorker, GQ e Glamour, è stata scottata da un’apparentemente banale, ma a quanto pare efficace, truffa informatica milionaria.
La causa civile, portata avanti dal procuratore generale di New York, si concentra su due somme di denaro, rispettivamente 7.870.530,02 e 47.137,91 dollari, giacenti su due conti di una banca texana registrati rispettivamente a nome di Quad Graph e Andy Surface.
Il primo nome ricalca quello dell’ azienda Quad/Graphics Inc, che è quella che stampa le riviste di Condé Nast. Tuttavia entrambi i conti fanno riferimento al secondo nome che nulla ha a che fare con il tipografo.
Quello che è successo è riconducibile ad un non troppo raffinato tentativo di scam che è risultato tuttavia vincente: via email sarebbe arrivata agli uffici amministrativi newyorkesi di Condé Nast un’email apparentemente proveniente da Quad/Graphics , con “l’autorizzazione elettronica di pagamento”. In essa veniva chiesto all’editore di versare quanto dovuto per il servizio di stampa delle riviste sui conti sopracitati.
Dal momento che la reale Quad/Graphics ha chiesto chiarimenti sui mancati pagamenti solo il 30 dicembre, questi sono proseguiti per un anno intero generando circa 8 milioni di dollari .
Con la protesta del tipografo, a Condé Nast è bastato fare due più due per capire cos’era successo e per rivolgersi alle autorità federali che hanno depositato la denuncia per frode informatica.
Il truffatore non aveva ancora fatto fagotto e il maltolto era dunque ancora sui conti che sono stati facilmente controllati rilevando il responsabile della truffa.
Andy Surface non ha tuttavia ancora ricevuto una denuncia formale come responsabile dello scam, ma fonti riferiscono che sia noto alle forze dell’ordine in quanto già a dicembre era stato accusato di “minaccia terroristica ad una famiglia”.
Claudio Tamburrino