Era rimasto un solo capo d’accusa a penzolare sulla testa di Terry Childs, il network administrator noto per aver messo sotto scacco l’infrastruttura informatica di San Francisco. Cinque anni di carcere per essersi rifiutato per giorni di consegnare una password nelle mani delle autorità della città statunitense, incapaci così di accedere a dati cruciali come quelli relativi alle locali forze dell’ordine.
E cinque anni Terry Childs dovrà passare in carcere , come stabilito da un giudice californiano. Un periodo di detenzione conseguente alla violazione della legge locale sulla criminalità a mezzo informatico, che punisce un deciso silenzio come quello dell’ex-dipendente del Department of Telecommunication Information Services .
Childs aveva bloccato tutti gli accessi della Fibre Wide Area Network che gestisce le email dei funzionari comunali e le relative buste paga. Ma una Corte Superiore della città californiana aveva successivamente lasciato cadere nel vuoto tre dei quattro capi d’accusa, per un’insufficienza di prove a dimostrare il suo reale intento malevolo. Il cracker statunitense aveva comunque parlato in gran segreto con il sindaco Gavin Newsom, rivelandogli la password che teneva in ostaggio circa 1100 tra router e switch municipali .
Ma Terry Childs non aveva parlato per giorni, impedendo al suo ex-capo, Richard Robinson, di tornare a controllare la rete. Un silenzio durato 12 giorni, nei quali il giudice ha sottolineato la presenza di un vero e proprio denial-of-service . I legali del cracker, subito dopo la sentenza, hanno fatto sapere che ricorreranno in appello, fissato dal giudice per il prossimo 14 di giugno.
Mauro Vecchio