Boston (USA) – Paris Hilton , la nota “prezzomolina” erede della dinastia alberghiera Hilton , avrà finalmente giustizia. Il giovanissimo cracker di soli 17 anni che aveva sottratto dal suo smartphone la rubrica e le fotografie digitali, archiviate in memoria, è stato condannato dalla Corte del Massachusetts a 11 mesi di detenzione, da scontare in un centro minorile, e a 2 anni di libertà vigilata. Inoltre, per l’intero periodo gli sarà vietato ogni tipo di contatto con PC, cellulari e qualsiasi tipo di dispositivo che permetta l’accesso Web.
Insomma, il teenager del Massachusetts pagherà duramente la sua bravata, che aveva messo in difficoltà anche l’operatore telefonico coinvolto. Già, perché non si è trattato del furto di un cellulare, ma di un vero e proprio cracking dei server della divisione statunitense di T-Mobile . Individuato l’account più interessante, il giovane era riuscito ad impossessarsi di tutti i numeri telefonici, le e-mail e le fotografie scattate con la camera digitale della star. Alla messa online di tutto il materiale era scoppiato un caso che il magazine scandalistico online Drudge Report aveva fatto balzare agli onori della cronaca.
Nella rubrica erano presenti i numeri dello star-system statunitense: Eminem, Vin Diesel, Lindsay Lohan, Christina Aguilera, Ashlee Simpson, Anna Kournikova etc. Insomma tutti gli amici della Hilton. Uno scandalo che non aveva fatto altro che innalzare ulteriormente la visibilità di uno dei personaggi più chiacchierati del momento, grazie soprattutto al “suo” reality The Simple Life prodotto da Fox e alla diffusione online del suo video amatoriale a luce rossa.
Il giovane cracker del Massachusetts, che già si era fatto beccare nel marzo 2004 quando con un mail bombing aveva bloccato – e fatto chiudere per qualche giorno – una scuola della Florida e del Massachusetts, era già noto per aver agito con gli stessi metodi nei confronti di vari provider Web e di telefonia, con una valutazione dei danni prossima al milione di dollari.
Ma il capitolo, forse, non è ancora chiuso perché il giovane, secondo l’accusa, farebbe parte di una fantomatica accolita di cracker denominata Defonic Team Screen Name Club . Sarebbe composta da otto o dieci elementi.
Dario d’Elia