Nasce il Confidential Computing Consortium: focus su dati e privacy

I big online nel Confidential Computing Consortium

Google, Microsoft, IBM, Intel, ARM, Red Hat, Alibaba e altri: tutti insieme nel Confidential Computing Consortium per lavorare su dati e privacy.
I big online nel Confidential Computing Consortium
Google, Microsoft, IBM, Intel, ARM, Red Hat, Alibaba e altri: tutti insieme nel Confidential Computing Consortium per lavorare su dati e privacy.

Incrementare la sicurezza delle piattaforme cloud e garantire il massimo livello possibile di tutela per i dati gestiti: questi gli obiettivi che hanno portato alla nascita di Confidential Computing Consortium, realtà che riunisce sotto lo stesso tetto alcuni dei più importanti nomi del mondo online e dell’universo hi-tech.

Nasce il Confidential Computing Consortium

Tra i primi membri ad aver accolto l’invito a partecipare ci sono Google, Microsoft, IBM, Red Hat, Intel, ARM, Tencent, Alibaba, Baidu, Swisscom e la Linux Foundation. Insieme lavoreranno per definire nuovi standard, sviluppare strumenti da destinare alla crittografia delle informazioni e offrire framework sui quali realizzare nuovi servizi. Così Jim Zemlin, direttore esecutivo della Linux Foundation, descrive l’urgenza spiegando perché c’è bisogno di agire in fretta.

Il problema riguarda la privacy e la sicurezza di quasi ogni singola persona sulla Terra che interagisce con questi sistemi tutti i giorni. Bisogna far sì che nessuno resti indietro.

Ognuna delle realtà coinvolte andrà a contribuire all’attività del Confidential Computing Consortium con le proprie competenze e con i propri tool. Microsoft ad esempio lo farà mettendo a disposizione l’Open Enclave Software Development Kit, Intel con il Software Guard Extensions SDK, Red Hat con il progetto Enarx, tutti di natura open source.

L’inclusione di realtà cinesi come Alibaba, Tencent e Baidu potrebbe sollevare qualche perplessità, considerando i rapporti non esattamente sereni tra il colosso asiatico e il mondo occidentale, in particolare gli Stati Uniti. L’obiettivo del consorzio è però proprio quello di operare su una scala mondiale, senza limitazioni di tipo territoriale o geopolitico: i temi relativi alla cybersecurity e alla privacy devono necessariamente essere discussi a livello globale. Al momento non è dato a sapere se in futuro si uniranno anche Amazon e Apple.

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Pubblicato il
22 ago 2019
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