Lo sviluppo delle soluzioni legate all’ambito dell’intelligenza artificiale va monitorato o quantomeno deve sottostare a delle linee di principio di natura etica. Tra coloro che la pensano in questo modo c’è anche Google, che lo scorso anno ha messo nero su bianco l’introduzione di paletti oltre i quali non andare nella creazione di sistemi basati su IA e machine learning. Oggi il gruppo di Mountain View torna sul tema, annunciando la creazione di un Consiglio esterno all’azienda, formato da esperti, che fornirà feedback e suggerimenti sulla direzione da intraprendere.
Advanced Technology External Advisory Council
Si chiama ATEAC, per esteso Advanced Technology External Advisory Council. Ne fanno parte dieci membri: Alessandro Acquisti, Bubacarr Bah, De Kai, Dylan Gibbens, Joanna Bryson, Kay Coles James, Luciano Floridi e William Josepho Burns. Due sono legati al nostro paese: Acquisti (ricercatore sulla privacy e docente della Carnegie Mellon University) e Luciano Floridi (filosofo e docente della University of Oxford).
Il compito del Consiglio sarà quello di analizzare le iniziative e i progetti messi in campo da bigG nei territori di applicazione dell’intelligenza artificiale, fornendo alla società i feedback necessari a imboccare la giusta direzione. Si parla di tecnologie come il riconoscimento facciale e tutto ciò che riguarda i sistemi di machine learning, da addestrare senza indurre gli algoritmi ad attuare comportamenti iniqui.
ATEAC e lo sviluppo dell’IA
Nel corso del 2019 verranno organizzati quattro meeting, il primo dei quali previsto già nel mese di aprile. Saranno poi stilati report messi a disposizione pubblicamente, a beneficio non solo di Google, ma dell’intera industria. Nel post che annuncia la nascita di ATEAC, il gruppo di Mountain View sottolinea come i suoi membri si esprimeranno secondo le loro visioni personali, senza influenze da parte delle istituzioni di cui fanno parte.
Il tema è caldo: solo lo scorso anno il gruppo ha dovuto fare i conti con il coro di protesta sollevato da un numero non indifferente di dipendenti dopo l’annuncio di Project Maven, iniziativa messa in campo in collaborazione con il Dipartimento della Difesa statunitense per impiegare l’IA nell’analisi delle immagini aeree catturate dai droni USA nelle zone di conflitto. Ancora, l’azienda ha rinunciato a concorrere al bando per l’ottenimento del contratto relativo a Project JEDI (Joint Enterprise Defense Infrastructure), finalizzato alla realizzazione di un’infrastruttura cloud attraverso la quale gestire i dati del Pentagono.