Ogni promessa di Lizard Squad è debito, e così la crew di hacker che ce l’ha con Sony ha tenuto fede alle minacce formulate nei giorni passati rovinando le feste a un gran numero di giocatori: PlayStation Network e Xbox Live sono finite off-line il giorno di Natale, con un ritorno alla normalità lento, soprattutto nel caso del marchio nipponico.
Le lucertole hacker hanno subito dichiarato la loro responsabilità nella faccenda via Twitter , mentre a Microsoft e Sony non è rimasto che gestire il traffico anormale generato dall’attacco DDoS e tentare di ripristinare la connettività per gli utenti delle rispettive console.
Gli utenti di Xbox hanno potuto fare il log-in su Live il giorno successivo a quello dell’attacco, mentre per quelli PlayStation l’attesa è stata sensibilmente più lunga : Lizard Squad, che per l’occasione ha deciso di mostrare una delle sue “facce” in un’intervista, ha spiegato che la difficoltà del ripristino delle connessioni è derivata dal tentativo degli utenti di connettersi tutti insieme. Un vero e proprio secondo attacco DDoS involontario, insomma.
Gli attaccanti non si dichiarano pentiti per quello che hanno fatto, visto che in fondo (a parer loro) si parla solo di console di videogiochi, mentre tra i soggetti che si sono impegnati a risolvere più in fretta il disservizio va annoverato anche Kim “Mega” Dotcom: l’imprenditore-pirata ha tentato di ammorbidire Lizard Squad regalando account premium su MegaPrivacy, il tentativo ha avuto successo ma solo per poche ore .
L’attacco ai network videoludici ha provocato anche la reazione di Anonymous, con il collettivo di hacktivisti che si è spinto a rilasciare una vera e propria dichiarazione di guerra aperta contro Lizard Squad. Le Lucertole, intanto, si stavano preparando al loro prossimo “colpo” contro la rete anonimizzatrice di Tor.
Ma nel caso della rete a cipolla non c’è stato un vero e proprio attacco, quanto piuttosto l’aggiunta di 3.000 “exit note” al network, mentre sul fronte Anonymous si conta anche la distribuzione di decine di migliaia di credenziali di accesso per altrettanti account su Amazon, PlayStation, Xbox, Hulu, Walmart e altri. Separare le responsabilità e i singoli gruppi che si nascondono dietro il simbolo di Anonymous è al momento impossibile.
Alfonso Maruccia