È eccessiva la cautela con cui si muove Agcom . È quanto ritengono Adusbef e Federconsumatori constatando quanto (non ancora) definito dall’Authority in merito alla sorte a cui andranno incontro i costi di ricarica . Le due associazioni chiedono l’abolizione immediata e il risarcimento dei costi finora addebitati agli utenti.
“Dopo aver lasciato per anni che i gestori guadagnassero centinaia di milioni di euro a danno dei consumatori italiani, unici in Europa a pagare questo balzello – dichiarano in un una nota congiunta – l’AgCom non solo non delibera procedure di risarcimento a vantaggio degli utenti, ma si prende un altro mese per cercare il consenso delle compagnie telefoniche, arrivando, magari, ad una mediazione, che naturalmente, ove fosse soddisfacente per loro, continuerà ad essere dannosa per tutti i consumatori-utenti”.
“Se l’incasso di un anno per questa tassa iniqua – continua il comunicato di Adusbef e Federconsumatori, che richiama i risultati dell’ indagine condotta da Agcom e Antitrust – è di un miliardo e settecento milioni di euro, per ogni mese di ritardo il provvedimento comporta, per le compagnie, un guadagno di circa centocinquanta milioni”.
“Ma l’AgCom – chiedono le due associazioni – di chi è il garante e quanto è utile per i consumatori e per il mercato un’Authority che si muove con tanta cautela nei confronti dei “poteri forti”? Per noi i costi di ricarica devono essere immediatamente eliminati e che sia la competizione tra gli operatori telefonici a determinare, senza fare cartello, i prezzi”.
E c’è un altro calcolo che aggiunge numeri di una certa importanza al pallottoliere dei costi di ricarica, con pesanti riflessi sui mercati finanziari. È la stima di Milano Finanza , riportata anche da testate internazionali come Forbes , secondo cui l’abolizione dei costi di ricarica comporterebbe per Telecom Italia un danno di rilievo: si stima che l’incumbent ricavi circa 700 milioni di euro dalle ricariche (“con una marginalità intorno al 50%”, precisa il quotidiano finanziario italiano) e l’impatto negativo della “morte” dei costi di ricarica sull’utile ante-imposte sarebbe di circa 350 milioni di euro in un anno.
Dario Bonacina