50 anni sono più che sufficienti per tutelare e mantenere coloro che eseguono performance musicali: l’associazione europea a tutela dei consumatori BEUC , Altroconsumo e altre associazioni europee e americane si sono rivolte al Presidente della Commissione Europea Manuel Barroso perché le registrazioni musicali continuino a cadere in pubblico dominio dopo 50 anni.
La proposta era stata formulata nei mesi scorsi: il commissario McCreevy sosteneva che “gli artisti che suonano e cantano non devono più essere i cugini poveri del business musicale”, con dei diritti sulle proprie performance che perdurano per 50 anni dal momento della registrazione. Per questo motivo si meditava di allineare le regolamentazioni europee a quelle statunitensi e di consentire agli artisti di collezionare royalty per 95 anni dalla performance.
Ma le associazioni dei consumatori hanno avvertito la Commissione: l’estensione della durata dei diritti si limiterebbe a favorire l’industria musicale a scapito dei cittadini. Le opere a cadere in pubblico dominio si assottiglierebbero ulteriormente e ciò costituirebbe un ostacolo alla circolazione della cultura, privando i cittadini di un patrimonio indispensabile ad alimentare la creatività.
“Una protezione più duratura non è una protezione migliore – scrivono i consumatori alla Commissione – e certo non offre una risposta adeguata ai detentori dei diritti che intendano distribuire ai consumatori europei opere competitive su scala globale”. “Se proprio si vogliono tutelare gli artisti – si legge in una nota di Altroconsumo – bisognerebbe porre l’attenzione sulle condizioni molto spesso inique attraverso le quali vengono trasferiti i diritti da questi alle major”. ( G.B. )