Il mercato libero di luce&gas non ha saputo fin qui rispondere alle aspettative degli utenti italiani. Troppe volte le speranze di risparmio sono andate in fumo, disseminando una certa diffidenza per le offerte e per la moltiplicazione dei brand. Il contesto è però nuovo ed è la grande opportunità per il mercato libero di tornare a farsi spazio nelle preferenze degli utenti che abbandonano il mercato a maggior tutela.
Il contesto è quello di una produzione elettrica in difficoltà a causa di molti fattori (dall’idroelettrico in calo al rialzo del prezzo del gas), con al fianco un aumento tendenziale dei consumi. Maggior domanda, minore offerta e prezzi, inevitabilmente, in aumento.
Nomi quali Sorgenia, Plenitude, Engie o quanti altri, dunque, hanno l’opportunità di potersi muovere in un mercato a costi maggiori, dove ben più alta è la sensibilità al risparmio e dove più concreta è la possibilità di incontrare utenza interessata a nuove opportunità. Risparmiare in bolletta è questione di scelta e di consapevolezza, di confronto trasparente tra tariffe e di cambio nelle abitudini di consumo: il mercato libero è il primo passo ed il momento potrebbe essere particolarmente caldo da questo punto di vista.
Consumi, risparmi, mercato libero
Secondo i nuovi dati Terna sulle attività della rete di trasmissione nazionale, i consumi sono arrivati a 24,1 miliardi di kWh (+0,6% rispetto ad aprile 2021 e +0,4% rispetto a marzo 2022) con le fonti rinnovabili che hanno coperto soltanto il 37% della domanda complessiva nazionale. Nel primo quadrimestre l’aumento di richiesta di energia elettrica è pari al 2,1% anno su anno e ancora dobbiamo entrare in quella stagione nella quale la domanda retorica “guerra o condizionatore” dovrà far pesare i propri effetti.
Queste le stime relative al parco rinnovabili:
Nel mese di aprile 2022 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’86% con la produzione nazionale e per la quota restante (14%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 21 miliardi di kWh (-2%). Le rinnovabili, che hanno coperto mediamente il 37% della domanda elettrica, hanno superato il 50% in occasione delle festività pasquali (tra il 16 e il 18 aprile) e registrato una punta giornaliera pari al 60,3% proprio in occasione del giorno di Pasqua (17 aprile). In crescita a due cifre la produzione da fonte eolica (+53,5%) e fotovoltaica (+17,6%): nello specifico, l’aumento della generazione eolica è dovuto prevalentemente a una maggiore ventosità registrata nel corso del mese, mentre la crescita della produzione fotovoltaica è legata sia al maggior irraggiamento solare (circa due terzi) sia all’incremento della nuova potenza installata in Italia da inizio 2022. Eolico e fotovoltaico, insieme, hanno generato circa un quarto della produzione elettrica nazionale, un valore record per il mese di aprile. In flessione le fonti geotermica (-0,4%), termica (-2,7%) e idroelettrica (-41%), quest’ultima in particolare per gli effetti delle scarse precipitazioni che si protraggono ormai da diversi mesi.
Fare previsioni sul futuro appare a questo punto complesso: l’Italia sa bene dove vorrebbe andare, ma il modo non sembra essere altrettanto chiaro. La transizione energetica, in ogni caso, avrà costi importanti ed il ruolo dei cittadini in quanto a consumi, scelte di mercato e approccio “prosumer” accompagneranno questo lento incedere verso politiche energetiche ancora tutte da scrivere.