L’idea di impiegare un dispositivo indossabile indipendente dallo smartphone per il contact tracing avanzata nei giorni scorsi dal governo di Singapore non piace ai residenti. Online una petizione intitolata “Singapore says ‘No’ to wearable devices for Covid-19 contact tracing”, aperta su Change.org (link a fondo articolo), che in un paio di giorni ha raccolto oltre 33.000 firme.
Singapore: una petizione contro l’indossabile per il contact tracing
Il testo che prende le distanze dall’iniziativa chiedendo il contributo dei cittadini fa riferimento a potenziali rischi legati a privacy e sorveglianza.
Timori già manifestati anche altrove (così come nel nostro paese) in relazione alle applicazioni sviluppate con la medesima finalità, ma con due differenze sostanziali: la prima è che il device singaporiano verrebbe distribuito all’intera popolazione anziché poter essere utilizzato su base volontaria, la seconda è che al momento non ci sono informazioni dettagliate a proposito del suo funzionamento, mentre sappiamo ad esempio che lo sviluppo open di Immuni ci permette di sgombrare il campo da qualsiasi ipotesi di abuso. Ad annunciare il progetto è stato nei giorni scorsi Vivian Balakrishnan, Ministro degli Affari Esteri.
Stiamo sviluppando e presto distribuiremo un dispositivo indossabile portatile che non dipenderà dal possesso di uno smartphone. Credo che sarà più inclusivo e garantirà a tutti noi di restare protetti.
Il rollout non è tuttavia ancora confermato, bisognerà prima giungere al termine della fase di test e analizzare i feedback raccolti. Ricordiamo che Singapore è stato uno dei primi territori a introdurre nei mesi scorsi un’applicazione per il contact tracing, pensata per tenere sotto controllo la crisi sanitaria: TraceTogether, lanciata in marzo.