Mentre la maggior parte dei paesi europei è alle prese con le applicazioni di contact tracing (compresa la nostra Immuni) nel tentativo di contenere la diffusione della malattia, c’è chi come Singapore pensa a metodo alternativi per raggiungere la stessa finalità: l’isola lo farà con l’impiego di un dispositivo indossabile.
Singapore: un indossabile per il contact tracing
L’apparecchio potrà essere portato al polso oppure tenuto nello zaino o nella borsa e non richiederà alcun tipo di interazione con lo smartphone. Stando alle informazioni fin qui rese note la fase di test ha già preso il via e, se i feedback raccolti dovessero essere ritenuti positivi, la distribuzione arriverà a interessare l’intera popolazione composta da circa 5,6 milioni di abitanti. Queste le parole di Vivian Balakrishnan, Ministro degli Affari Esteri.
Stiamo sviluppando e presto distribuiremo un dispositivo indossabile portatile che non dipenderà dal possesso di uno smartphone. Credo che sarà più inclusivo e garantirà a tutti noi di restare protetti.
La città-stato ha avviato la diffusione della propria applicazione di contact tracing, TraceTogether, nel mese di marzo. Fa leva sul Bluetooth per avvisare dell’avvenuta vicinanza con soggetti potenzialmente in grado di trasmettere la patologia. Il suo funzionamento è però risultato essere tutt’altro che perfetto sui telefoni iOS per questioni tecniche legate alla disattivazione automatica del modulo quando il dispositivo viene messo in standby.
Non è la prima volta che scriviamo di un approccio inedito di Singapore alla gestione della crisi sanitaria: all’inizio del mese scorso le autorità locali hanno deciso di sperimentare l’impiego di un cane robot, il modello Spot di Boston Dynamics, per invitare la popolazione a rispettare le misure di distanziamento sociale all’interno delle aree verdi pubbliche.