Contenuti estremisti su X, ma l'azienda si difende

Contenuti estremisti su X, ma l'azienda si difende

Un nuovo studio evidenzia che X non rimuove o penalizza rapidamente i contenuti di incitamento all'odio, nonostante la violazione delle regole.
Contenuti estremisti su X, ma l'azienda si difende
Un nuovo studio evidenzia che X non rimuove o penalizza rapidamente i contenuti di incitamento all'odio, nonostante la violazione delle regole.

Il Center for Countering Digital Hate (CCDH) ha pubblicato un nuovo studio che evidenzia la mancata o tardiva applicazione delle regole di moderazione da parte di X. Sul social network sono rimasti visibili oltre il 98% dei post con frasi e altri contenuti antisemiti, islamofobi e anti-Palestina a distanza di sette giorni dalla segnalazione. L’azienda californiana, che ha denunciato il CCDH a fine luglio, afferma che la metodologia dello studio è sbagliata.

X risponde alle critiche con i numeri

Il Center for Countering Digital Hate aveva pubblicato un altro studio per dimostrare la diffusione di post con incitamento all’odio su X. L’azienda di Elon Musk ha quindi deciso di denunciare l’organizzazione per aver danneggiato la sua reputazione e raccolto i dati tramite scraping illegale. Il nuovo studio riguarda principalmente i contenuti relativi alla guerra tra Hamas e Israele.

Il campione preso in esame è composto da 200 post pubblicati da 101 account. Il CCDH ha segnalato i post il 31 ottobre e verificato se sono state prese misure adeguate una settimana dopo. Il 98% dei post (196) è rimasto visibile sulla piattaforma, nonostante la violazione delle regole che vietano incitamento all’odio razziale. In totale, i post hanno ricevuto oltre 24 milioni di visualizzazioni. Solo un account è stato sospeso, mentre 41 su 101 account sono verificati (abbonamento a X Premium), quindi con maggiore visibilità.

Joe Benarroch, responsabile delle operazioni business di X, ha dichiarato che lo studio del CCDH considera solo la sospensione dell’account come misura di moderazione. In realtà, molti post sono stati penalizzati (minore visibilità). L’azienda californiana ha fornito alcuni numeri relativi alla moderazione.

Dall’inizio del conflitto tra Hamas e Israele sono stati rimossi oltre 3.000 account e applicato le necessarie azioni ad oltre 325.000 post. Non viene però indicato entro quanto tempo dalla segnalazione sono state applicate le misure. Intanto Elon Musk “getta benzina sul fuoco”, amplificando una teoria cospirazionista antisemita.

Fonte: The Verge
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Pubblicato il
17 nov 2023
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