La Commissione europea ha annunciato l’entrata in vigore delle nuove regole sulla rimozione dei contenuti terroristici online. Gli hosting provider e i gestori delle piattaforme devono cancellare post, immagini, audio e video entro 60 minuti dalla segnalazione da parte delle autorità competenti. Le sanzioni per la mancata esecuzione dell’ordine possono arrivare al 4% delle entrate globali.
Lotta al terrorismo online
La cosiddetta Terrorist Content Online Regulation era stata proposta dalla Commissione europea a settembre 2018. I fatti avvenuti negli ultimi anni hanno dimostrato la necessità di introdurre regole per limitare la diffusione di contenuti che possono turbare i cittadini e spingere all’emulazione. L’attentato avvenuto nel 2019 a Christchurch, trasmesso in streaming su Facebook, ha ispirato altri attacchi, come quello avvenuto a Buffalo lo scorso 14 maggio e trasmesso in diretta su Twitch.
Un altro obiettivo delle regole è bloccare la propaganda online. Già prima dell’approvazione da parte del Parlamento europeo erano emersi diversi dubbi sulla loro efficacia. Le piccole piattaforme non hanno le risorse per eliminare i contenuti entro un’ora. Inoltre i tool automatizzati potrebbero cancellare contenuti legittimi. Infine, alcuni paesi potrebbero sfruttare l’occasione per limitare la libertà di espressione.
L’ordine di cancellazione deve arrivare dalle autorità degli Stati membri (l’elenco è in corso di aggiornamento) e deve contenere valide motivazioni. Le regole garantiscono il rispetto dei diritti fondamentali (libertà di espressione e informazione), quindi sono esentati i contenuti pubblicati a scopo educativo, giornalistico, artistico e di ricerca.
Le piattaforme online sono anche obbligate ad inviare alle autorità nazionali un resoconto annuale sui contenuti rimossi. L’utente deve essere informato e può chiedere il ripristino del contenuto, se crede che sia stato rimosso per errore.