L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha inviato a Meta una richiesta di informazioni sul funzionamento della policy che prevede la limitazione dei contenuti politici su Facebook, Instagram e Threads. In base alle segnalazioni ricevute, l’azienda di Menlo Park avrebbe penalizzato alcuni post condivisi sulle piattaforme.
Poca trasparenza dell’algoritmo
Leonardo Cecchi (esponente del PD) e altri firmatari (43 politici e 5 giornalisti) hanno inviato una segnalazione ad AGCOM, evidenziando la possibile violazione della delibera 90/24/CONS da parte di Meta, in particolare dell’art. 30 che tutela il pluralismo sulle piattaforme online.
Secondo i segnalanti, l’azienda di Menlo Park adotta dal 2021 una policy per il controllo dell’informazione politica che altera la visibilità dei contenuti su Facebook, Instagram e Threads. Non è inoltre noto come funzioni l’algoritmo, ovvero come Meta stabilisca i contenuti da penalizzare.
In base al suddetto art. 30, “le piattaforme online sono tenute ad assumere ogni utile iniziativa volta ad assicurare il rispetto dei principi di tutela del pluralismo della libertà di espressione, dell’imparzialità, indipendenza e obiettività dell’informazione“. Il Consiglio dell’Autorità ha pertanto trasmesso a Meta una richiesta di informazioni e osservazioni in merito a quanto segnalato.
La Commissione europea ha avviato a fine aprile un’indagine nei confronti di Meta sullo stesso argomento per la presunta violazione del Digital Services Act. AGCOM, in qualità di Coordinatore dei Servizi Digitali per l’Italia, invierà quindi la segnalazione e la risposta di Meta (quando disponibile) alla Commissione europea.