Qualche sera fa Microsoft mi ha invitato a Milano in occasione della presentazione di Windows Vista. A differenza di quanto accade usualmente in occasione della presentazione alla stampa di nuovi prodotti, questa volta la casa di Redmond, importando anche in Italia una modalità di relazione che sta prendendo piede in molti altri paesi, ha scelto di aggiungere alla usuale conferenza stampa per gli addetti ai lavori ed alla decina di altre differenti iniziative promozionali in programma, anche una chiacchierata con una decina di blogger italiani sulle caratteristiche tecniche e sugli aspetti più dibattuti del nuovo sistema operativo.
Ciò che le grandi aziende stanno iniziando a comprendere è il fatto che la comunicazione in rete (anche quella sui prodotti commerciali) circola spesso per percorsi differenti da quelli conosciuti e sperimentati. Oggi su Internet si creano con estrema velocità anelli di credibilità (quelli che Scoble e Israel chiamano “trust networks”) capaci di orientare fortemente il giudizio e l’appetibilità di questo o quel prodotto, di questo o quel servizio. Per fare un esempio concreto, nelle ultime settimane molti blogger italiani hanno parlato assai bene di un telefono cellulare di Nokia (per l’esattezza il modello E61) e questo ha contribuito a creare una reputazione diffusa nei confronti di questo prodotto che è nata e si è sviluppata “gratuitamente” al di fuori delle ipotesi di marketing di Nokia stessa. Utenti della rete che raccontano ad altri utenti come un prodotto sia migliore di un altro sono da un lato una minaccia concreta alle pratiche di accreditamento dei prodotti fino ad oggi utilizzate, dall’altro sono un fenomeno impossibile da ignorare in relazione alle capacità virali della diffusione del messaggio su Internet.
Accanto a questo fenomeno ne esiste un altro altrettanto interessante che è quello della umanizzazione delle aziende. Microsoft invita un gruppo di blogger italiani ad un incontro informale non certo perché pensi ingenuamente che domani costoro magnificheranno Windows Vista sui loro blog (senza contare che alla serata milanese il numero di blogger invitati utenti mac era impressionante) ma semplicemente perché da qualche tempo l’azienda di Bill Gates ha deciso di iniziare a seguire i dettami del vecchio ma sempre valido Cluetrain Manifesto, quello che recitava – lo ricorderete – che “i mercati sono conversazioni”. La conversazione è oggi il cardine attorno al quale ruota il destino delle aziende che si affacciano in rete. La capacità di mostrare la faccia delle persone che le compongono, di raccontare la propria voglia di considerare il punto di vista dell’utente, sono gli aspetti che domani determineranno il successo di una azienda rispetto ad un’altra, per lo meno a parità di prodotti.
Se vogliamo dar credito alla definizione di Web 2.0 di Ross Mayfield (“Web 1.0 was commerce. Web 2.0 is people”) allora capiamo come oggi non solo Microsoft ma anche tutte le altre aziende dovranno porsi il problema di dialogare con la propria clientela nella maniera più ampia ed efficace possibile, magari davanti ad un bicchiere di vino.
Occorre anche sottolineare che alcune aziende (ed alcune grandi società di consulenza) hanno deciso di cavalcare questa nuova onda dei trust networks nella maniera a loro più consona, vale a dire creando false conversazioni nei confronti di prodotti e servizi all’interno di fakeblog o finti progetti relazionali. Scelte di breve respiro e bugie dalle gambe corte che hanno finito per creare più danni che vantaggi alle menti che le hanno progettate ma che, a onor del vero, esistono e continueranno ad esistere.
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