La novità è che non ci sono novità. La gran parte dell’azione moralizzatrice dei governi a tutela del diritto d’autore è da anni giocata sulla capacità di intimorire l’opinione pubblica, nella speranza che ciò sia sufficiente a sanarne i comportamenti. Non sfugge alla regola di questo “al lupo al lupo” elevato a tecnica di marketing la normativa Sarkozy che prevede un sistema di avvisi agli utenti malandrini per precedere poi alla loro disconnessione da Internet nel caso in cui costoro si dimostrassero pirati del diritto d’autore recidivi.
L’idea, a tratti cassata dal Parlamento Europeo, sta seguendo il suo iter in Francia, raccogliendo ad ogni passaggio ulteriori stigmate di inapplicabilità. L’ultima versione del triple play sarkoziano è di una complessità burocratica tale da farne intravedere fin da subito la assoluta inconsistenza.
A differenza di quanto scritto da molti quotidiani italiani nei giorni scorsi, l’ approvazione alla Assemblea Nazionale del pacchetto non rappresenta nulla di definitivo: non è ancora tempo per suonare le fanfare ed annunciare al mondo il finalmente sopraggiunto pugno di ferro di almeno uno dei governi continentali nei confronti di quell’idra dalle molte teste che va sotto il nome di pirateria internet. La dottrina Sarkozy dovrà ritornare in commissione prima del suo varo conclusivo e nell’attesa dovrà essere sciolto l’inghippo di un servizio che lo Stato blocca (da due a dodici mesi di “espulsione” sono previsti per i pirati recidivi) con gli ISP a fare da mediatori della propria debacle commerciale, visto che gli utenti condannati ovviamente saranno autorizzati a non pagare il canone mensile per il periodo della esclusione dalla rete.
Nell’attesa di osservarne gli effetti (l’ipotesi più probabile è che la norma venga sostanzialmente ignorata con buona pace per tutti i soggetti in campo) il risultato atteso dell’editto sarkoziano, l’unica vera ragione per cui valga la pena imbarcarsi in un simile papocchio è l’effetto mediatico che la accompagna. Come sempre in questi casi vale infinitamente di più, in termini di risultati concreti, il procurato allarme lanciato dalle pagine dei quotidiani e dei microfoni di radio e TV che non il reale effetto dissuasivo della pena. Procurato allarme che, non casualmente, raggiunge in questi giorni anche i media italiani.
È del resto piuttosto evidente che l’estensione del “servizio universale” anche al traffico dati su banda larga, una delle ipotesi allo studio dell’Unione Europee, una idea che, come è facile capire, ha sacrosante ragioni per essere sostenuta, ucciderebbe in culla qualsiasi ipotesi di sanzione amministrativa del tipo di quella in discussione al parlamento francese, visto che simili ammende incrinano un diritto acquisito che lo Stato garantisce ai suoi cittadini. È altrettanto evidente che il complicato meccanismo burocratico pensato in Francia che prevede una azione degli aventi diritto che segnalano i pirati, i cui IP vengono poi forniti dai provider ad una autorità terza che prenderà il nome di Hadopi, la quale a sua volta si incaricherà di avvisare prima e di espellere poi da Internet i pirati recidivi, è talmente complicato da raccontare da solo la propria futura inapplicabilità. Del resto senza un “comune sentire” che interessi cittadini, aziende ed istituzioni, solo il primo dei soggetti in questa piramide burocratica ha reali interessi a farne proseguire l’iter. Senza considerare che i “pirati” individuati da Hadopi avranno a quel punto diritto di rivolgersi ad un giudice in carne ed ossa per chiedere un ulteriore giudizio di merito. E le cause fioccheranno visto che il collegamento ADSL non è certamente un bene individuale.
Del resto la minaccia mediatica sembra essere già da sola in grado di produrre buoni risultati: è bastato che in Svezia fosse approvata una normativa che facilita l’individuazione degli indirizzi IP degli utenti della rete per ridurre – si dice – il traffico Internet del 30%. La strategia in fondo è da molti anni sempre e solo questa. Poiché non esiste una percezione minima del reato e poiché la applicazione della norma su larga scala è virtualmente impossibile, l’unica concreta declinazione di simili iniziative di legge attiene agli aspetti dissuasivi nei confronti degli utenti.
Se domani Sarkozy affermasse scherzando in TV che i pirati di Internet recidivi verranno probabilmente ghigliottinati ci sarebbero buone possibilità che un altro 5% di cittadini decidesse di starsene lontano dai software di file sharing. Almeno per i prossimi 5 minuti.
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