La metafora che viene in mente è quella del pazzo contromano in autostrada. Nel corso dell’ultima settimana mi è capitato ben due volte di ascoltare le parole di qualcuno di questi entusiasti dalla “guida originale” e, contro ogni aspettativa, i loro argomenti e le loro prospettive mi hanno convinto. Tanto che ho cominciato a pensare che presto o tardi le autostrade saranno destinate ad invertire i propri sensi di marcia.
Noi tutti proveniamo da un decennio nel quale la prima preoccupazione è stata quella di capire la rete Internet. Questione annosa – si sa – a oggi tutt’altro che risolta: una faccenda che spesso, nel caso dei fornitori di contenuti, si concretizzava nella domanda: “Cosa posso fare perché ciò che offro possa mantenere anche in rete l’efficacia che gli è attribuita nel mondo reale?”. Come immaginare, per esempio, un quotidiano da leggere su Internet o una casa discografica che venda i propri brani in rete?
Domande non banali che in parte hanno faticosamente trovato in questi anni una risposta. Così oggi, per lo meno nei paesi con una ampia penetrazione dei collegamenti alla Internet veloce, è come se la traiettoria si fosse improvvisamente invertita e la domanda fosse diventata: “Come fare per rendere disponibile la grande quantità dei contenuti che sono presenti in rete anche al di fuori di Internet?”.
Il numero degli utilizzatori di collegamenti a larga banda e l’abitudine per molte persone di considerare la rete come il medium principale della propria attività informativa e ricreativa, stanno oggi iniziando a creare questa nuova imprevista subalternità. È come se il mondo reale avesse iniziato a cambiare indirizzo.
Così la settimana scorsa, ad un convegno presso la Federazione Nazionale della Stampa, ho ascoltato Marco Pratellesi, responsabile del sito web del Corriere della Sera , affermare che oggi per gli editori ed i giornalisti sarebbe importante riuscire a trasportare anche sulle versioni cartacee dei giornali gli stimoli ed i contenuti che sono presenti sulle loro versioni on line, partendo dalla considerazione che esistono oggi due differenti tipologie di lettori fra loro assai differenti: quelli che si informano in tempo reale in rete e quelli che comprano il quotidiano il giorno successivo. Se si vorrà garantire un pubblico al giornale di carta anche per i prossimi anni, sarà necessario che la carta copi il web, che il processo di travaso si inverta ed imbocchi l’autostrada in direzione opposta rispetto a quella percorsa fino a ieri. Interessante.
Passa qualche giorno e mi capita di fare quattro chiacchiere con Massimo Esposti, che è uno degli editori di Unwired Media , nuova casa editrice dalle belle aspirazioni che sta presentando in questi giorni i propri primi progetti. Si spazia dalla letteratura alle tecnologie, dalla musica ai nuovi media, seguendo un filo conduttore che potrebbe essere definito, anche in questo caso, quello del contromano in autostrada: trasportare su carta “pezzi di rete” con il linguaggio della rete (basso costo, formato leggero, licenze Creative Commons) scommettendo sulla capacità di queste proposte di interessare un pubblico differente da quello per il quale simili contenuti sono stati pensati.
Scrittomisto , il progetto letterario iniziale di Unwired Media, è nelle librerie giusto in questi giorni: i primi libri usciti sono per ora la rivisitazione su carta di alcuni dei blog letterari più interessanti del panorama italiano. Autori di assoluto talento come Hotel Messico , Personalità Confusa , Zittialcinema o Arkangel , che molti di noi hanno letto in questi anni sui loro rispettivi weblog, riuniti da un editore nella constatazione della esistenza di un nuovo divide analogico che può diventare, forse esso stesso (è questa la scommessa), occasione di business. Funzionerà? Non saprei dirlo. Ma la tendenza mi pare evidente e assai ben disegnata: sempre più spesso contenuti letterari, artistici ed informativi avranno come punto di origine la rete Internet e da lì migreranno poi altrove – almeno fino a quando un “altrove analogico” esisterà – dentro le librerie, negli scaffali dei negozi di dischi, sotto i neon degli ipermercati o nelle vetrinette delle edicole.
Tutta una questione di direzione del traffico.
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