Contrappunti/ La net neutrality ci serve

Contrappunti/ La net neutrality ci serve

di M. Mantellini - Non ha senso senso schierarsi con le telco. Non ha senso schierarsi con i big di Internet. Gli unici davvero interessati a una rete neutrale sono i cittadini: altrimenti verrebbe soffocata qualsiasi voce fuori dal coro
di M. Mantellini - Non ha senso senso schierarsi con le telco. Non ha senso schierarsi con i big di Internet. Gli unici davvero interessati a una rete neutrale sono i cittadini: altrimenti verrebbe soffocata qualsiasi voce fuori dal coro

La neutralità della rete ha due difetti e molti nemici. Il primo difetto è che è controintuitiva. È difficile da spiegare alle persone, nonostante sia tutto sommato un concetto semplice: non si possono discriminare i pacchetti di dati che attraversano Internet. Siamo da sempre abituati a ragionare in termini di servizi e prodotti, mai prima di oggi ogni servizio ed ogni prodotto era stato riconducibile ad una sua unità di misura. Così è difficile spiegare che un pacchetto di dati in quando unità costitutiva del traffico di rete è il piccolo fulcro intorno al quale tutto ruota e che mescolando il destino di simili gruppi di bit e mettendo un cappello sopra ognuno di essi nella pratica si decide tutto.

Se escludiamo quanti si appassionano alla discussione per ragioni di interesse personale o professionale la neutralità è da molti considerata una technicality per addetti ai lavori e come tale è da sempre aperta al destino possibile di ogni scelta tecnologiche: cambi una virgola (quella che apparentemente sembra una virgola) e tutto il castello cade.

Il secondo difetto è che la neutralità è democratica. Lo è in modo intrinseco e non ideologico per sue ragioni costitutive, e questa sua caratteristica non può essere troppo utilizzata per ragioni di convenienza personale. Una simile parità di accesso crea problemi tanto più grandi quanto più la fila di quanti vogliano accedere ai nodi di rete si irrobustisce. Non a caso le neutralità è rimasta sostanzialmente indiscussa e salvaguardata per molti anni, in quando motore trasparente del successo di Internet fino al momento in cui Internet non è diventata centrale ed utilizzata da chiunque. Non a caso quando il principio di stupidità di rete che è alla base del suo successo si è scontrato con le reti mobili ed i suoi necessari investimenti (licenze per la banda trasmissiva, celle, permessi comunali ecc) gli operatori telefonici hanno abdicato all’idea di una rete stupida e paritaria per crearne una propria, intelligente e regolata. Perché, dicevano, non dovremmo gestire con regole nostre ciò che abbiamo faticosamente costruito? La risposta logica sarebbe stata perché le vostre regole sono sbagliate e lo hanno più volte dimostrato ma ovviamente questo dialogo nei fatti non è mai stato possibile.

La Internet mobile si è retta in questi anni in condizioni di sostanziale usabilità solo in quanto simulacro silenzioso della grande Internet neutrale: per interessare ai clienti doveva essere come Internet e infatti oggi per moltissimi utenti Internet la differenza fra le due tipologie di accesso che utilizzano quotidianamente è del tutto ignorata. La Internet mobile è oggi una rete non neutrale ma di poco e questa è stata una scelta certamente intelligente. Si tratta però di una imitazione simile a quella del camaleonte che si confonde con lo sfondo intorno. Se domani lo sfondo diventerà irrilevante si potrà placidamente tornare alle tinte aziendali.

Sui molti nemici sarebbe facile fare un elenco, nella sostanza la rete neutrale sfavorisce tutti quelli che fino a ieri erano in una posizione di controllo. E quindi genericamente parlando la neutralità è un guaio per il controllo politico, è un guaio per molti dei business giganteschi e consolidati dell’era pre Internet, da quello dei contenuti a quello della grande distribuzione, ed è un guaio certamente anche per le aziende di telecomunicazione che non vedono da tempo valorizzato in maniera sufficiente il proprio ruolo di porta di accesso a Internet. Per amore di paradosso se l’accesso ad una Internet neutrale fosse più costoso e valorizzato le telco sarebbero la prima linea di difesa dello status quo. E il fatto che non lo siano è oggi un grande peccato e una conseguenza della trasformazione dell’accesso in commodity. Le società delle telecomunicazioni, dal canto loro, se la prendono con gli unici soggetti enormemente cresciuti e prosperati in questi anni all’ombra della rete neutrale, vale a dire società ingombranti e ricchissime come Amazon, Google, Facebook e compagnia.

Per continuare di paradosso in paradosso non sono Google, Facebook, Amazon e compagnia, che oggi ovviamente alzano alte grida in difesa della rete neutrale, i nostri ideali compagni di viaggio nella battaglia perché Internet resti neutrale, ma le centinaia di nuove aziende, piccole idee e geniali intuizioni che domani avrebbero potuto farci dimenticare Google, Facebook e Amazon e che una rete non neutrale molto semplicemente soffocherà in culla. Per questo ci serve una rete neutrale, costi quello che costi.

Massimo Mantellini
Manteblog

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Pubblicato il
20 gen 2014
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