Alla prima prova cruciale è accaduto quello che forse era possibile prevedere. Nell’ultima settimana il paese è stato attraversato da una ampia discussione politica riguardo al decreto sull’indulto. Ne hanno ampiamente parlato i giornali e le televisioni, se ne è discusso animatamente nei bar, sui posti di lavoro e per le strade. Ma se qualcuno avesse tentato un esperimento, andando a controllare “solo” i siti web dei nostri rappresentanti politici su Internet, avrebbe come la sensazione che di indulto nemmeno si sia discusso e che nessuna norma al riguardo sia stata approvata.
Con la sola ovvia eccezione di Antonio di Pietro , i fiammanti blog dei parlamentari del centro sinistra sembrano essere stati tutti assieme colti da una improvvisa apoplessia. Quasi nessuno ha ritenuto di esporre direttamente il proprio parere al riguardo, aprendo un confronto con i propri contatti in rete. Fra i molti blogger-parlamentari,(da Pecoraro Scanio a Franceschini , da Linda Lanzillotta ad Antonio Palmieri ) il solo Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni ha dedicato un diplomatico post all’argomento, nel quale ha tentato con circospezione di illustrare le ragioni della legge: sono bastate poche ore perché il post fosse commentato da decine di cittadini delusi dalle scelte dell’esecutivo.
Il sito web dell’Ulivo e quello dell’Unione dimenticano completamente la questione indulto, quello dei Verdi si occupa del ponte sullo stretto, la Rosa nel pugno dedica la homepage a fondamentali questioni di potere interne al partito, la Margherita intervista Franco Marini. Il sito di Forza Italia si occupa della leadership di Berlusconi. Insomma la politica su Internet, nei suoi luoghi ufficiali, semplicemente dimentica di dar evidenza all’argomento più importante (e controverso) dell’ultima settimana.
Solo di DS affidano ad una intervista a Fassino dal titolo “”Mai così ampia l’esclusione di reati” la propria presa di posizione in materia, ma si tratta di un testo chiuso e non commentabile.
Eppure mai come in questa occasione il desiderio di discutere e prendere posizione al riguardo da parte dei cittadini è sembrato così ampio. Un poll organizzato dal sito web di Repubblica ha raccolto negli ultimi giorni oltre 110.000 voti con percentuali di cittadini contrari all’indulto superiori al 90%. Gli altri due siti web nei quali si è coagulata la protesta per il voto, il weblog di Beppe Grillo e quello del ministro Di Pietro hanno raggiunto picchi di contatti con migliaia di commenti raccolti.
Nella giornata di sabato si è sparsa la voce che una protesta spontanea tipo “netstrike” aveva di fatto abbattuto i siti web dell’Unione (che effettivamente anche nel momento in cui scrivo denunciano in homepage “problemi tecnici” ) e quello dell’Ulivo, ma non si sa se ciò sia effettivamente accaduto.
Il quadro appena descritto consente in ogni caso qualche considerazione. La prima è certamente quella che Internet in Italia è percepita dai nostri politici ancor oggi come una sorta di vetrina accessoria. Uno spazio da illuminare quando lo si ritiene utile ma per il resto sottratto ad ogni forma di responsabilità comunicativa. In questi giorni centinaia di cittadini on line, desiderosi di comunicare il proprio malcontento ai propri rappresentanti, hanno finito per utilizzare gli spazi dei commenti di interventi sulle materie più varie pur di aggiungere e far conoscere (in genere mi pare in maniera molto civile) il proprio punto di vista. Ma i nostri politici, sempre prodighi di belle parole sulle possibilità di interazione legate alla rete, sembrano allontanarsi con passo felpato appena il confronto si fa duro.
Eppure non era difficile immaginare che simili canali di comunicazione espongono a richieste di trasparenza e presenza fuori dal comune e che tali imbarazzanti assenze, proprio nel momento della massima esposizione, sono da sole sufficienti a decretare un vero e proprio fallimento nell’utilizzo di Internet per la politica.
La seconda impressione che mi pare si possa ricavare è che Internet radicalizza in maniera molto netta i punti di vista, drammatizza le posizioni spingendole verso un dualismo spesso imbarazzante e certamente non producente. Conoscere queste dinamiche è oggi uno dei compiti dei politici che cercano in rete, come altrove, informazioni e sentori sul proprio operato.
Se in questi giorni una operazione del genere è stata tentata, nel silenzio degli uffici comunicazione dei vari partiti, beh qualche sudore freddo, nonostante il caldo, deve essere venuto. Da un lato migliaia di persone che manifestano dove possono il proprio ” Mi avete deluso, non voterò più per voi” dall’altro il silenzio tombale della grande maggioranza parlamentare che approva l’indulto, disegnano oggi, con rara precisione, la distanza fra il palazzo e i cittadini. Nel mezzo oggi, fra l’incudine e il martello, rimane Internet, con le sue speranze di interazione e confronto andate ancora una volta deluse.
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