Roma – Oltre il 97% dei giovani italiani secondo le più recenti stime del Censis possiede ed utilizza un telefono cellulare. Ed il caso vuole che il telefono cellulare, da oggetto per parlare e mandare brevi messaggi in movimento si stia rapidamente trasformando in un terminale mobile dalle mille opzioni.
Personalmente ho sempre considerato una iattura il fatto che il nostro paese fosse la patria della telefonia mobile ed anche oggi, quando sento dire che non solo il traffico voce ma anche quello dati migra verso il mobile, continuo a pensare che non si tratti di una buona notizia. Abbiamo regalato milioni di euro in questi anni alle telco per una mobilità spesso inutile e ci sono ottime possibilità che questo continui ad accadere nei prossimi anni per il collegamento alla rete in mobilità.
Nonostante i miei inutili decennali rimbrotti, la transizione anche psicologica dal fisso al mobile è in corso e non c’è molto che possa essere fatto al riguardo.
Scrive Enrico Sola in un recente post sul suo blog intitolato “In morte del telefono fisso” che ormai il telefono di casa è considerato un residuo dei tempi andati.
“Forse è un segno dei tempi, ma il telefono fisso è un oggetto obsoleto, che prende inutilmente polvere. Di fatto non solo non lo usiamo per chiamare (perché il 99% dei numeri che chiamiamo sono cellulari e la chiamata fisso-mobile ha costi assurdi, da reato, fatti solo per fregare soldi agli anziani), ma in pratica non riceviamo quasi mai telefonate al fisso. Anzi, mi rendo conto che è cambiata la percezione “sociale” della chiamata al telefono fisso. Cioè se squilla il fisso, in casa reagiamo male. Sì, perché una chiamata al telefono fisso ormai può solo annunciare disgrazie, operatrici di telemarketing, gente che ha sbagliato numero.”.
Gli risponde idealmente Jonathan Richards su Timesonline di qualche giorno fa: secondo alcuni analisti (dotati di un incredibile ottimismo, n.d.a.) entro il 2010 le connessioni internet in mobilità supereranno quelle da linea fissa. “We predict – affermano gli esperti di Top10 Broadband – that by 2010, mobile broadband will overtake home broadband as the default way to access the internet in the UK.” Dove il chiromantico verbo “predict” mi pare essere il centro della questione.
Poi magari domani sarà diverso ma per ora, nonostante il calo evidente dei prezzi, le connessioni dati in mobilità sono costose, molto poco stabili e quasi sempre assai lontane da una idea anche minima di broadband. In Inghilterra così come nella meglio collegata Italia.
Qualche giorno fa Stefano Quintarelli aggiungeva un po’ di poesia all’argomento scrivendo sul suo blog in inglese che mentre l’accesso fisso unisce i luoghi, l’accesso alla rete in mobilità mette in contatto le persone. La frase è certamente evocativa, il suo concreto significato invece un poco mi sfugge.
È pur vero che esiste una idea di innovazione molto salda e distribuita fra gli esperti del settore che individua nella mobilità il prossimo grande campo di battaglia. E non ho alcun dubbio che (purtroppo) sarà così. Quintarelli si sofferma giustamente sui controversi rapporti fra reti 3G e Neutralità della rete, un tema che sarà centrale e assai spinoso nel giro di poco se le previsioni di una veloce transizione dal fisso al mobile si avvereranno. Ed a questo proposito occorre ricordare che non esiste il minimo dubbio che per gli operatori, ma anche per i governi, la migrazione del traffico dati dentro reti proprietarie come sono oggi quelle 3G sia una di quelle opzioni che fanno sfregare le mani dalla contentezza. Così come è altrettanto indubbio che simili scelte espongano Internet a grandi supplementari rischi di indesiderata sofisticazione.
Non molto tempo fa nella rete italiana si è a lungo discusso, partendo da una provocazione del Prof. Alfonso Fuggetta, se non fosse il caso di preferire le tecnologie di collegamento 3G (e successive) al tanto mitizzato wi-fi che alla prova dei fatti, nei grandi progetti di copertura cittadina partiti un po’ in tutto il mondo e poi spesso abbandonati, ha mostrato tutta la propria debolezza (per lo meno nella scelta di un modello di business adeguato). La discussione si inserisce a buon diritto in questa rassegna di pareri e punti di vista, poiché il wifi (e ancor di più il wimax) irrompono nella diatriba fra fisso e mobile, occupando forse uno spazio intermedio (il wifi) ed uno competitivo (il wi-max, quello vero, non la sua variate in salsa italica) rispetto al 3G.
La grande differenza è che si tratta di opzioni che per le telco sono meno interessanti rispetto al mobile, che potenzialmente sconvolgono equilibri preesistenti e complessi e questo avrà il suo peso al di là della valutazione sulle nuove frontiere tecnologiche.
Nulla di nuovo sotto il sole: non sarà la tecnologia migliore per i cittadini a prevalere ma quella capace di generare un mercato e ritorni interessanti. La battaglia mediatica di addomesticamento dei punti di vista è già in corso da tempo e ad essa più o meno consciamente partecipiamo un po’ tutti.
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