Contrappunti/ Se gli MMS rimbalzano

Contrappunti/ Se gli MMS rimbalzano

di Massimo Mantellini. I nuovi messaggini multimediali sono scatole preziose costruite attorno a punti di domanda. La creatività degli utenti della tecnologia supera ancora quella delle imprese
di Massimo Mantellini. I nuovi messaggini multimediali sono scatole preziose costruite attorno a punti di domanda. La creatività degli utenti della tecnologia supera ancora quella delle imprese

Roma – Belli e inutili. La pubblicità televisiva certo non deve essere educativa ma l’ultimo spot di un noto operatore di telefonia mobile, ambientato in una Riccione notturna di splendidi modelli e modelle che si scambiano fotografie da una discoteca all’altra attraverso i nuovi MMS, descrive meglio di un film neorealista in che tempi viviamo.

Si parla evidentemente – magari senza volerlo – in quello spot e altrove, di tecnologia e contenuti ed il messaggio del filmato televisivo è, dal mio personalissimo punto di osservazione, disarmante e così riassumibile: abbiamo la tecnologia, ma fatichiamo a capire cosa farcene. Così, nell’attesa, ci scattiamo qualche costosa microscopica fotina e ci divertiamo un mondo ad inviarcerla da un telefonino all’altro.

Il travolgente successo europeo degli SMS, inatteso e per tale ragione oggetto di grandi speculazioni, ha creato una grande aspettativa su quale sarà il gradimento che la clientela del mondo della telefonia mobile mostrerà nei confronti dei cosiddetti Multimedia Messaging Service. Più in generale, quali contenuti gli utenti vorranno premiare nel campo delle nuove tecnologie è argomento assai spinoso, anche spostandosi dal mondo della telefonia mobile a quello di Internet.

Immaginare come comunicheremo anche solo dopodomani è un esercizio complicato. La banda larga è, per esempio, al centro di frequentissime disquisizioni concettuali sulle modalità del suo futuro utilizzo. Si tratta di discussioni che lasciano spesso nel nostro paese il tempo che trovano, sia per l’esiguo numero di utilizzatori che l’adsl la fibra e il satellite raccolgono sia per la totale confusione intellettuale su quali contenuti potranno essere offerti o condivisi attraverso di essa.

A tal proposito proprio in questi giorni PEW Research ha presentato una delle sue puntuali ricerche, dal titolo “The broadband difference” nella quale si esplorano gli utilizzi e le aspettative degli ormai 24 milioni di americani che hanno una connessione casalinga a larga banda.

Secondo tale interessante studio, che riassumo in maniera un po’ brutale, gli utilizzatori di accessi internet a larga banda domestici in USA chiedono essenzialmente due cose: essere vicini alle fonti informative con frequenza maggiore rispetto all’utenza dial-up ed essere loro stessi creatori di contenuti. Mentre la prima di queste due caratteristiche è connaturata all’essenza stessa della rete, la seconda appare come una vera e propria novità. Parafrasando uno slogan molto in voga in rete da tempo, gli utenti broadband USA dichiarano di voler essere loro stessi informazione.

Tale orientamento, se confermato nel tempo, rivoluzionerà di molto il business di chi intenderà offrire contenuti in rete, costringendo ad uno sforzo immaginativo senza precedenti i più innovativi fra gli attori del mercato. Questo desiderio di essere informazione e non di subirla, consiglierà invece una ritirata tattica dal panorama di Internet per quei soggetti che intendano utilizzare la rete per fare business in maniera più convenzionale. E’ quello che del resto sta già accadendo per esempio con il fallimento assoluto del business della vendita di musica online da parte di consorzi quali Musicnet o Pressplay.

E’ come se la tecnologia stesse scavando un fossato fra le aziende dell’intrattenimento e della comunicazione e i loro clienti. Le prime sembrano ormai in grado solo di condizionare (ma è un’alchimia che riesce solo raramente) il nostro consumo di inutilities , i secondi si presentano oggi con un insieme di richieste ed esigenze alle quali è comprensibilmente difficile dare risposta.

Cosa vogliono gli utenti broadband USA secondo PEW Research? Chiedono (e come non capirli?) una open internet nella quale poter accedere al più ampio ventaglio possibile di contenuti. Chiedono poi una banda in upload simile a quella in download, per poter gestire al meglio il loro essere produttori attivi di contenuti.

Di fronte ad una simile chiarezza di intenti che la tecnologia ormai consente, per l’industria multimediale non resta che obbligarsi a rivedere interamente i propri piani. Oppure buttarla sul ridere e fare un salto a Riccione a sperimentare i nuovi imperdibili e trendy MMS, in uno degli spot più sessisti che mi è capitato di vedere ultimamente.

Massimo Mantellini
Manteblog

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Pubblicato il
1 lug 2002
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