Roma – La miglior definizione dello stato dell’arte tecnologico del nostro paese la si può leggere in un trafiletto pubblicato dai quotidiani in questi giorni. Il Ministro della Funzione Pubblica, Franco Frattini “per le festività natalizie invece che utilizzare il tradizionale biglietto, ha preferito sfruttare le nuove tecnologie inviando una e-mail con gli auguri e i suoi propositi per il 2002.” (La Repubblica del 29/12/2001 pg. 29).
Se la consapevolezza e l’uso delle nuove tecnologie è questa, non deve troppo stupire l’aria stantia che si respira nel nostro paese ogni qualvolta si tocca il tasto dolente dell’ utilizzo dell’informatica e di Internet, così come non stupiscono i numeri che continuano, ormai da anni, ad indicare l’Italia come uno dei paesi europei con minor predisposizione tecnologica.
E la nostra classe politica non è che lo specchio fedele di una situazione tanto diffusa quanto senza speranza, non tanto dovuta ad una scarsa volontà progettuale – il che sarebbe ancora poco – quanto piuttosto ad una impotenza culturale nei confronti delle mille occasioni di sviluppo legate alla telematica ed a Internet che non sembra avere alcun colore politico.
La sciocca contrapposizione degli ultimi mesi fra i due poli della politica italiana con le accuse di incapacità lanciate al Ministro dell’Innovazione Stanca dai responsabili dello sviluppo tecnologico del passato governo di centro-sinistra, espresse in particolare e a più riprese dal diessino Vincenzo Vita, ricordano tanto certi adagi popolari dove il bue dà del cornuto all’asino e non fanno altro che aggiungere una spruzzatina di italianissimo “ridicolo” ad una situazione che invece era (e resta) del tutto preoccupante, indipendentemente dalla prevalenza parlamentare di questo o quello schieramento.
Certo, le iniziative del Ministro Stanca, il primo ministro “tecnico” che l’informatica ha prestato alla politica, non hanno per ora fatto gridare al miracolo e la verve polemica del Ministro delle Comunicazioni Gasparri è sempre più orientata verso un narcisismo assoluto, spesso lontanissimo dalle tematiche di cui si dovrebbe invece occupare per mandato. Così la capacità progettuale del governo in materia di nuove tecnologie resta, oggi come negli anni passati, sostanzialmente al palo, producendo al massimo alcuni pregevoli esempi di “comitatologia” quali i consessi di esperti della “banda larga” mille volte citati da Stanca. Sforzi di comprensione di un “punto zero” da cui partire (ma quando poi?), non si sa quanto utili, visto che qualunque statistica europea indica chiaramente come, anche nell’utilizzo delle linee veloci, l’Italia si classifichi peggio di quasi tutti gli altri, con una penetrazione dei collegamenti a larga banda vicina allo 0,5%.
Se il Ministro Frattini è finalmente padrone dell’email e dei suoi misteri non possiamo che esserne felici: il know-how tecnologico del Ministro si è così felicemente ricongiunto a quello di mia figlia undicenne, la cui capacità di dedicarsi alla corrispondenza elettronica natalizia non sembra essere – giustamente – notizia degna di pubblicazione sui quotidiani nazionali. Semmai la notizia che andrebbe pubblicata è che inizia il 2002 e il panorama dello sviluppo tecnologico in Italia si presenta fosco come al solito. Anche se nemmeno questa è in effetti una grande novità.