Roma – Tutti i giornali ne hanno dato conto. Perche? l?idea del governo di ridurre il peso degli zaini scolastici dei nostri pargoli rendendo i libri di testo scaricabili dalla rete internet è una di quelle idee che non solo sottolineano un problema reale ma offrono anche una soluzione immediata ed intuitiva, di quelle che fanno sobbalzare l?ingenuo lettore di quotidiani e gli suggeriscono la domanda: ?come mai nessuno ci ha pensato prima??
Ma non e? tutto qui: la formidabile innovazione del ?Meno kg per tutti? (se e? vero che spesso i genitori trascinano affannati gli zaini dei loro figli da-e-per la scuola) di cui si sta discutendo nelle accaldate giornate romane nelle stanze del consiglio dei ministri, ha anche un?altra ragione per essere sottolineata. Essa descrive con la velocita? del fulmine la pochezza tecnologica e la faciloneria dei nostri governanti alla prese con la tecnologia. I libri pesano troppo o costano troppo? Allora scarichiamoli da Internet! Perche? da Internet, e? notorio, tutto in qualche maniera si scarica.
Insorgono le associazioni di categoria, i librai per esempio, furiosi per questa soluzione avveniristica che taglia di un botto il loro 20% sull?istruzione dei nostri figli e li relega nella posizione di margine nella quale l’atavica disaffezione italiana alla lettura li ha condannati da decenni. Dice al riguardo al Corriere della Sera il presidente dei librai italiani Rodrigo Dias: Trovo la notizia assurda e di difficile applicazione perchè ci vorrebbe un accordo fra editori e Ministero .
In realta? si tratta davvero di una notizia assurda e di difficile applicazione ma non tanto o non solo per le ragioni burocratiche riferite da Ros, quanto per ragioni squisitamente tecnologiche.
Cosa intende il governo quando afferma che scaricheremo i libri dalla rete Internet? Difficile dirlo, difficile capire se questa generica volonta? di innovazione abbia una concreta possibilita? di essere messa in pratica senza precipitare nel solito papocchio legislativo tecnologico al quale il nostro governo ci ha abitutati.
Il formato elettronico adatto agli studi dei nostri figli sarebbe, per intenderci, quello degli ebook lanciati qualche anno fa da Adobe e Microsoft. Il problema fondamentale e? che tale passaggio dalla carta al bit prevede l?utilizzo di lettori hardware assai costosi, discretamente fragili e oggi totalmente fuori mercato in tutto il mondo. Diversamente, la semplice stampa di testi scolastici in formato standard, anche eseguita dagli istituti scolastici come ha ipotizzato qualcuno in questi giorni, equivale di fatto al riempire gli zaini dei nostri figli di fotocopie mal assortite e ancor peggio rilegate, oltretutto dal peso analogo, quando non superiore a quello dei libri che si vorrebbe eliminare. Poiche? il governo intende occuparsi (anche) del numero di kg trasportabili a spalla nel tragitto verso la scuola, sara? probabilmente la Gazzetta Ufficiale a dichiarare quanti fogli A4 potranno essere inseriti all?interno degli zaini dei nostri figli. Certo una iniziativa del genere avrebbe come effetto positivo quello di ridurre di una percentuale vicina al 30% il costo dei libri per le famiglie ma significherebbe anche, come ha scritto Lorenza Boninu, una insegnante che sta coraggiosamente sperimentando l?uso dei blog ( http://www.fuoridiclasse.splinder.com/ ) all?interno del proprio lavoro educativo, svalutare se possibile ulteriormente il tanto vituperato libro. Scrive Lorenza con una frase che sottoscrivo interamente e che utilizzo per concludere questo articolo:
Ma qui c’è di più: c’è la svalutazione del libro in quanto tale, il riduzionismo culturale (che si manifesta attualmente anche nelle Università e nelle bibliografie degli esami new style – un pezzetto qui, un frammento qua…), la logica del bignami versione tecnologica. Vero è che le Case Editrici hanno speculato abbondantemente sui sussulti di rinnovamento cosiddetto metodologico della scuola italiana e i professori non sempre scelgono oculatamente da tutti i punti di vista, compreso quello economico. È altrettanto vero che molte famiglie non battono ciglio davanti alle smanie consumistiche dei figli (cellulari, consolle, vestiti griffati e quant’altro) e poi si stracciano le vesti per il costo dei libri scolastici.
precedenti interventi di M.M.:
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