Web (internet) – Continua nel nostro paese la trasformazione del telefono cellulare in elettrodomestico milleusi. Una beatificazione forzosa dettata da pure esigenze di sfruttamento commerciale dell’immenso parco utenti che la telefonia mobile nel nostro paese (e solo nel nostro) si è guadagnata in questi anni. Cosa dovrebbero fare del resto gli operatori telefonici, dopo che in una landa tecnologicamente arretrata come la nostra il numero di apparecchi mobili ha superato quello degli impianti fissi per attestarsi oltre la ragguardevole cifra di 30 milioni?
Da nessuna altra parta al mondo la battaglia per le concessioni del futuro standard di comunicazioni wireless, l’UMTS (Universal Mobil Telecommunication System) ha riscosso uguale interesse. “A quando il nuovo telefonino UMTS?” – si chiede la signora in fila dal macellaio; “A che velocità potrò surfare sul web?” E via così in un tripudio di modernità.
Ci sono ditte in Italia che hanno incassato miliardi producendo portacellulari panterati; ho un amico direttore di banca che mi confessa con aria attonita come capiti ormai spessissimo che clienti richiedano un fido per poter acquistare l’ultimo costoso e miniaturizzato aggeggino della Motorola.
Non venite a dirmi che tutto questo è normale.
Quando lo strumento diventa feticcio, si innescano curiosi fenomeni sociali come quello degli SMS, costosi e brevi messaggi sul display annunciati da un trillo che costringono gli alluvionati della digitazione a precoci cure da un ortopedico della mano. Il loro travolgente successo sta, in questi giorni, portando alla nascita di alcuni “servizi” di messaggeria di dubbissima utilità: l’ultimo in ordine di tempo quello pensato da gsmbox.com per gli appassionati di calcio. Potranno ricevere gratuitamente fino a dieci SMS a partita con le informazioni su cosa stia accadendo alla loro squadra del cuore.
Sono sempre stato convinto che una delle icone italiane più trucide fosse quella della famiglia a spasso la domenica pomeriggio con il marito-sguardo-assente attaccato a “Tutto il calcio minuto per minuto”, anche nella più recente versione tecnologica “con auricolare”. Oggi tutto questo svapora nella osservazione distratta del display del telefono che accomuna grandi e piccini, fino a raggiungere la bella cifra di trentamilioni di sguardi: chi attende un SMS dalla fidanzata confinata al piano di sopra, chi sta decidendo se rispondere o no ad una chiamata non attesa, chi semplicemente controlla il “campo” di ricezione dell’apparecchio per non restare pericolosamente isolato dal resto del pianeta.
Tutti a testa bassa a scrutare il proprio telefono (anche quelli che stanno guidando, ovviamente) nella consapevolezza di misurare con questi gesti la propria attitudine al nuovo, ogni giorno vezzeggiati da agguerriti messaggi pubblicitari che ci raccontano quanto siamo al passo coi tempi. Internet di tutto ciò è solo un simpatico corollario, una option in più nelle caratteristiche tecniche del proprio cellulare.
La fila dal macellaio è finita. La signora guarda distratta i prosciutti: “Chissà se mio marito oggi ha voglia di crudo o cotto: aspetta un attimo Peppino, che gli mando un SMS e sento.” Peppino da dietro il suo camice bianco non la ascolta. Al suo Startac ultimo modello si sono appena, inopinatamente, scaricate le batterie.