Web (internet) – Oggi parliamo di necrofilia.
Non spaventatevi. E ‘ solo che mi pare un ottimo argomento per discutere di una recente tendenza dominante nella Internet italiana. Da qualche anno infatti ripetiamo che la rete da noi soffre di scarsa considerazione da parte dei media e di conseguenza da parte di quanti iniziano a sentirne parlare attraverso la tv, la radio, i giornali. Un numero imprecisato di volte ci siamo lamentati che Internet non era (solo) pornografia, pedofilia, manualisica per uccidere il capo ufficio, diagrammi scaricabili per autocostruirsi una bomba chimica in garage. Mentre giornali e TV tuonavano contro i pericoli della internet dipendenza, ci siamo sgolati a ripetere che forse sarebbe stato meglio dissertare della utilità della posta elettronica piuttosto che sulle manie di protagonismo di un prete siculo che viaggiava per siti web filippini a caccia di pedofili da arrestare; che sarebbe stato meglio porre l’accento sulla pluralità di contenuti che la rete rende accessibile a chiunque, piuttosto che far pubblicità a furbi psichiatri che tuonavano contro i rischi dissociativi derivanti da una permanenza eccessiva davanti al PC, pericolosa e nuova patologia che solo loro erano in grado di curare.
Poi come d’incanto (e sicuramente non per merito nostro) qualcosa si è capovolto. Il “messaggio” su Internet che è iniziato a circolare sui potentissimi media tradizionali (i cosidetti old media che, non dimentichiamolo, raccolgono da soli più del 90% dell’audience nazionale) è diventato irrimediabilmente positivo, tranquillizzante e ammiccante.
Lo è diventato in maniera talmente smaccata e falsa da farci rimpiangere la vecchia demonizzazione pedofilo-terroristica alla quale se non altro eravamo ormai abituati. Oggi la rete è una formidabile opportunità per grandi e piccini, un praticissimo ipermercato globale, un dizionario, una enciclopedia, un luogo dove conoscere amici di ogni credo e religione. Internet, signori miei, è “il massimo”. Non si potrebbe desiderare niente di meglio.
Le ragioni di questo formidabile cambio di orientamento (anche un pò vergognoso a dire il vero) sono facilmente intuibili: chi fa informazione ha iniziato a vendere Internet ed ha necessità di attirare verso le proprie iniziative online il maggior numero di persone possibile.
Così noi oggi pensavamo fosse una buona idea parlare di necrofilia. Qualche giorno fa, incidentalmente, ci siamo imbattuti in un web-ring che avvicina siti web di amanti di questa, discutibilissima, perversione. Ne sconsigliamo ovviamente la visione a tutti, fatta eccezione forse per la front page del sito delle due ragazze riprodotte qui accanto, che è forse più comica che altro e che ricorda un vecchio e bellissimo film americano, Harold & Maude, nel quale il protagonista inscenava orribili e macabri finti suicidi di fronte alla madre. Ci premeva ricordare che esiste anche una Internet dedicata al culto necrofilo e che tutto quello che fino a l’altro ieri era brutto e cattivo oggi non può essere diventato improvvisamente affascinante e per tutti.
Sappiamo di apparire incontentabili, ma nell’euforia di propagandare il nuovo media alla grande massa dei futuri utenti digitali, si stanno ripetendo i medesimi danni divulgativi che hanno caratterizzato l’informazione su cos’era Internet in questi 3 o 4 anni appena trascorsi.
Quanto la diffidenza fosse strumentale un tempo ce lo raccontano le iperboli che leggiamo sui quotidiani ogni giorno, ce lo spiegano le pubblicità a tutta pagina che riempiono i settimanali (in quella di Freedomland, uno dei set top box per accedere alla rete via TV, è rappresentato addirittura un bimbo di pochi anni che si avvicina a Internet dentro il televisore di casa, una scelta impensabile fino a poco tempo fa), lo dicono, meglio di mille parole, le suore di Tiscali dentro un maggiolone viola stile “figli dei fiori” nella efficace campagna mediatica del gruppo sardo.
Per amore di medità (virtù che pare sconosciuta a molti) vi invitiamo a considerare anche il web-ring necrofilo. Anzi vi consigliamo di non farlo ma di tenerne ben presente l’esistenza poichè, fra le tante cose che Internet promette, una di certo saremo sempre costretti a portarcela da casa: si tratta di quel minimo di buon senso che consenta da un lato di rispettare le libertà altrui, anche le più strane, e dall’altro di veder tutelate le nostre. A dispetto della umoralità interessata di chi vuole convicerci oggi di una cosa, e domani del suo contrario.