Musica e Internet possono e devono andare d’accordo. La deriva del file sharing illegale deve cessare o per le case discografiche sarà ancora più dura far emergere nuovi artisti. A dichiaralo è Rudy Zerby, presidente di Sony Music Italia, in un intervista rilasciata al sito della Polizia di Stato.
Il quadro dipinto da Zerbi rappresenta un settore, quello dei discografici, che fatica a tirare avanti per via della pirateria musicale, evolutasi negli ultimi 10 anni dalla semplice contraffazione di CD al file sharing, più difficile da contrastare a livello legale e identificato come l’accezione più grave della pirateria digitale .
“Internet rimane tuttavia una grande opportunità” riconosce Zerbi, il quale prosegue poi spiegando che “ormai la svolta sta solo nella possibilità di stringere accordi, come avviene nelle trasmissioni delle tv satellitari, con i principali ISP e, per una cifra aggiuntiva mensile o annuale di pochi euro, permettere all’utente di avere a disposizione l’intero catalogo dei produttori musicali con un download ufficiale e garantito, anziché cercare file rubati”. Vendite online, dunque, effettuate su un modello simile a iTunes Store di Apple, con l’aggiunta della cooperazione dei provider e con in più la possibilità della tanto desiderata “flat” musicale.
Attualmente il mercato della musica digitale, almeno secondo i dati riportati da FIMI, starebbe tuttavia vivendo un buon momento di crescita: i 20 milioni di euro incassati nel 2009 (4 in più rispetto all’anno precedente), accompagnati da un 24 per cento in più di download legali , potrebbero essere i primi segnali di una maturazione del settore che, se dovesse concretizzarsi l’accordo con i provider auspicato da Zerbi, potrebbero aprire nuovi scenari per l’industria della musica.
Giorgio Pontico