Anche Qualcomm ha sfruttato l’occasione data dalla conferenza COP26 per comunicare i suoi obiettivi a lungo termine che contribuiranno a ridurre le emissioni di gas serra. L’azienda californiana promette di raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2040, ovvero di bilanciare le emissioni di CO2 con la sua rimozione o riduzione.
Qualcomm “carbon neutral” nel 2040
La roadmap di Qualcomm per la riduzione delle emissioni di gas serra prevede tre step successivi. L’azienda promette di ridurre le emissioni Scope 1 e 2 del 50% entro il 2030 (rispetto ai valori del 2020). Le emissioni Scope 3 verranno invece ridotte del 25% entro il 2030, mentre l’obiettivo delle emissioni nette zero verrà raggiunto entro il 2040.
Le emissioni appartenenti alla categoria Scope 1 sono quelle prodotte direttamente da Qualcomm (ad esempio impianti di riscaldamento o veicoli aziendali), mentre quelle della categoria Scope 2 sono le emissioni indirette derivanti dalla generazione di elettricità, calore e vapore importati e consumati da Qualcomm. Le emissioni della categoria Scope 3 sono quelle indirette che non sono sotto il diretto controllo di Qualcomm (ad esempio quelle delle fabbriche che producono i chip Snapdragon).
L’azienda ha inoltre promesso di utilizzare unicamente energia rinnovabile per il suo quartier generale di San Diego. Qualcomm sottolinea anche la maggiore efficienza dei nuovi processori Snapdragon, in grado di offrire prestazioni elevate senza incidere eccessivamente sull’autonomia dei dispositivi. Ciò riduce i consumi e quindi la necessità di ricaricare spesso la batteria.
Si tratta sicuramente di iniziative meritevoli che possono contribuire al rispetto dell’ambiente. Qualcuno potrebbe tuttavia ritenere che gli annunci delle Big Tech siano solo una studiata strategia di marketing, nota come Greenwashing (promesse false e/o irrealizzabili).