UPDATE (18:20): il Decreto (Determinazione del compenso per la riproduzione privata di fonogrammi e di videogrammi ai sensi dell’art. 71-septies della legge 22 aprile 1941, n. 633) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed è consultabile qui .
Roma – La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale paventato mesi fa e approvato di recente dal Ministro Franceschini si fa attendere da giorni. È prevista per le prossime ore, ma il dibattito sui numeri del rialzo delle tariffe dell’equo compenso per copia privata ferve da tempo: ai primi dettagli diffusi con parsimonia dalle istituzioni, si aggiungono ora quelli di una copia del decreto datata 20 giugno 2014 e trapelata sui media .
Quasi a voler sopire gli attacchi sferrati dagli oppositori del decreto, che parlano di squilibri europei (con dati non esattamente aggiornati) quando l’UE invoca una armonizzazione e che sottolineano ad esempio il sempre maggiore valore dei servizi di streaming, che non implicano copia privata, nel decreto ministeriale si inizia col precisare che l’adeguamento delle tariffe non si basa semplicemente su “dati aritmetici in ordine all’evoluzione tecnica, all’ingresso sul mercato e nell’uso comune di nuovi dispositivi, agli spostamenti delle abitudini di impiego e/o alla capacità di memoria degli apparecchi e dei supporti”, ma anche ai “dati acquisiti” e alla necessità “di assicurare da un lato, la giusta remunerazione dell’attività creativa e artistica degli autori e degli interpreti ed esecutori nonché dei produttori, con un’adeguata protezione giuridica dei diritti di proprietà intellettuale e dall’altro un’incidenza proporzionata e ragionevole del meccanismo di prelievo alla fonte destinato ad alimentare il suddetto equo compenso, tale da non colpire in modo eccessivo i settori produttivi interessati dal prelievo medesimo”.
Con questa premessa, i cambi delle tariffe previsti dall’adeguamento, ben illustrati da Dday , sono evidenti: oltre a coinvolgere dei prodotti che l’ indagine conoscitiva voluta dal Ministro Bray (pur annoverata fra i “considerando”) mostrava non essere direttamente correlati alle abitudini degli utenti che esercitino il diritto di copia privata, abbraccia nuovi dispositivi e cambia le dinamiche del regime di imposizione.
I tablet , ad esempio, non erano esplicitamente contenuti nel precedente aggiornamento delle tariffe , entrate in vigore nel 2009 fra le polemiche : fra i dispositivi le cui tariffe erano state anticipate nelle scorse settimane, il sovrapprezzo sarà in linea con quello previsto per gli smartphone . Per gli hard disk integrati “in dispositivi di telefonia mobile con schermo “touchscreen” o similare e/o tastiera completa Qwerty/Qwertz, dotati di un sistema operativo (c.d. smartphone) oppure integrati in dispositivi con schermo “touchscreen” o similare che possono connettersi alla rete internet attraverso Wi-Fi, 3G, 4G o similare (c.d. tablet)” le tariffe sono proporzionali rispetto alla capacità di archiviazione: 3 euro per dispositivi che ospitino fino ad 8 GB di hard disk, per arrivare ai 5,2 euro per i dispositivi che superino i 32 GB. Per i vecchi telefonini , invece, il compenso si riduce e si fissa in 50 centesimi di euro.
Anche i televisori senza hard disk ma con funzioni di PVR sono entrati ora a far parte del tariffario: considerati evidentemente quali strumenti per effettuare la copia privata, prevedono un equo compenso pari a 4 euro. Da aggiungere ai prelievi per gli hard disk integrati , che per i videoregistratori, i decoder e i televisori oscillano tra i 6,44 euro per le memorie che non superano i 40 GB e i 32,2 euro per le memorie che superano i 400 GB.
Per i computer , come anticipato dal Ministro, si stabilizzerà la tariffa del prelievo: dai 2,40 euro richiesti in precedenza per le macchine dotate di masterizzatore (1,90 se privo di masterizzatore), si passa ai 5,2 euro, indipendentemente dal fatto che il PC monti o meno l’accessorio. Non aumenta però il prelievo previsto per i masterizzatori (e registratori), pari al 5 per cento del prezzo di vendita.
Sono previsti aggiornamenti anche per il mercato degli hard disk , sul quale agiscono anche dei ritocchi al ribasso. Gli hard disk “integrati in un apparecchio multimediale audio e video portatile o altri dispositivi analoghi”, che probabilmente si ritengono più sfruttati per immagazzinare copie private, non costano di più: un GB continua a valere 3,22 euro, ma si alza il tetto massimo fino a raggiungere i 32,2 euro per 400 GB e oltre. Per i lettori musicali, portatili e non, si prevedono 64 centesimi di euro per le memorie integrate che raggiungono i 128 MB, mentre i dispositivi che ospitano 8 GB (tra 5 e 10 GB) si preleveranno 6,44 euro, 9,66 per i 16 GB (tra 15 e 20 GB). Si tratta di tariffe stabili, in diminuzione per quanto riguarda i tetti massimi: si pagherà 12,88 euro per le memorie integrate che superano i 20 GB, a fronte degli oltre 20 euro previsti dal decreto Bondi. Gli hard disk esterni multimediali caratterizzati da uscite audio/video costeranno in equo compenso 4,51 euro fino agli 80 GB, salendo fino ai 14,81 euro dei dispositivi che possono ospitare oltre 500 GB di contenuti, con un costo di 1,84 euro per ogni 200 GB ulteriori. Gli hard disk esterni “con o senza alloggio che ne consente la connessione ad altri apparecchi”, inclusi dunque i dispositivi che possano essere montati come unità HDD interne, verranno tariffati a GB: 0,01 euro per un massimo di 20 euro, imposto su strumenti di archiviazione che raggiungono e superano i 2 TB.
Le tariffe previste per le chiavette USB aumentano di un centesimo rispetto al passato: 10 centesimi per i supporti con capienza tra 256 MB e 1 GB, e 10 centesimi per ogni GB aggiuntivo, fino ad un massimo di 9 euro. Un simile regime si estende alle memorie removibili , prima trattate diversamente e ora tariffate 9 centesimi tra i 32 MB e il GB, ad aumentare di 9 centesimi per GB aggiuntivo, fino ad un massimo di 5 euro.
Per quanto attiene ai supporti vergine , che se un tempo erano i più chiacchierati destinatari del prelievo, si avviano ad essere sempre più trascurabili: restano invariate le previsioni relative a supporti audio analogici (23 centesimi per ora di registrazione) e a supporti come CD-R Audio, CD-RW e i vecchi Minidisc (22 centesimi per ora di registrazione). Non stupisce calino le tariffe per le VHS (10 centesimi per ora di registrazione), parallelamente al calo per gli altri supporti che potrebbero ospitare materiale video: si pagheranno 20 centesimi ogni 4,7 GB per DVD-R, DVD+R, DVD-RAM, DVD-RW e DVD+RW, mentre per i Blu-ray si pagheranno 20 centesimi ogni 25 GB (nel 2009 si prevedevano 0,41 euro).
Salvo sorprese nella pubblicazione del decreto ministeriale atteso in Gazzetta Ufficiale , le tariffe, tra aumenti destinati ai prodotti più in voga e cali per supporti vergine il cui mercato è stato fortemente ridimensionato dai tempi e dalle abitudini dei consumatori, restano destinate a dividere industria dei contenuti e industria dell’elettronica di consumo, che ritiene inevitabile riversare gli aumenti sul cittadino che effettui l l’acquisto. Lo conferma l’ intervento dell’AGCM, che invoca trasparenza, raccomandando che “l’ammontare dell’equo compenso sia specificato nel prezzo corrisposto dai consumatori” e quindi, con ogni probabilità, da loro sostenuto.
Gaia Bottà