Presto, sarà possibile eseguire Copilot in locale, senza per forza di cose dover fare affidamento ai server remoti delle infrastrutture cloud. Quella che ha tutta l’aria di sembrare una conferma non è giunta da Microsoft, ma da Todd Lewellen, Vice President della divisione Client Computing Group di Intel, in occasione dell’evento AI Summit in scena a Taipei. Queste le sue parole.
… passando alla prossima generazione, ci sarà permesso eseguire più cose in locale, ad esempio Copilot.
L’IA di Copilot funzionerà anche offline
Va precisato che la novità non andrà a interessare tutte le funzionalità dell’assistente (potrebbero essere escluse operazioni come la creazione di contenuti multimediali) e, com’è lecito attendersi, non sarà disponibile su tutti i PC. Dovranno essere soddisfatti requisiti specifici, in particolare quelli inerenti all’unità NPU (Neural Processing Unit) integrata nei processori di ultima generazione. Stando a quanto trapelato, il gruppo di Redmond avrebbe fissato in 40 TOPS (Trillion Operations per Second) la soglia minima per l’abilitazione.
Quali sono i vantaggi derivanti dal poter eseguire Copilot (o altri sistemi IA) in locale, dunque senza dover obbligatoriamente passare dal cloud? Anzitutto, migliorerebbero le prestazioni e la latenza. Inoltre, non essendo necessario trasmettere i dati a un server remoto, verrebbero meno anche i potenziali rischi legati alla privacy delle informazioni inviate e ricevute. Ancora, sarebbe semplicemente possibile utilizzare gli strumenti di intelligenza artificiale in modalità offline, in assenza di una connessione Internet.
Per quanto riguarda la tempistica di lancio, non ci sono indicazioni precise, ma quel soon
(presto
) sfuggito a Lewellen fa intuire che l’attesa potrebbe non essere poi così lunga.
Al momento, l’unico chip in grado di soddisfare il requisito dei 40 TOPS è lo Snapdragon X Elite di Qualcomm annunciato nei mesi scorsi. Sia i processori Meteor Lake di Intel sia gli hardware Ryzen più recenti di AMD non arrivano alla soglia.