Mentre l’Italia attende il calare del dibattutissimo regolamento AGCOM che dovrebbe tracciare il quadro dell’enforcement della tutela del diritto d’autore, una proposta di legge fa capolino in Parlamento. A favore della depenalizzazione delle violazioni del diritto d’autore qualora non vengano operate a scopo di lucro e a favore dell’affermazione del concetto dell’uso legittimo, per incentivare il mercato legale dei contenuti, e per affidare al Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno il lavoro sporco , in collaborazione con la Magistratura.
Si tratta dell’atto n. 1147, presentato in Senato alla fine di ottobre: il testo, non ancora disponibile presso i canali ufficiali, è circolato presso i media: quello che ne emerge è un disegno di legge che potrebbe rendere inutile il regolamento AGCOM, stabilendo un quadro più chiaro dei compiti e delle responsabilità in gioco.
La proposta depositata dal senatore Felice Casson (PD) e firmata dalle rappresentanti del PD Monica Cirinnà e Rosanna Filippin, solleverebbe l’ACGOM dalla posizione critica nella quale si trova, rendendo superfluo il suo intervento. La proposta attribuisce chiaramente al Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno il compito di raccogliere le segnalazioni delle violazioni , per poi informare l’ autorità giudiziaria , la quale può disporre sequestri sui domini , come già avviene da anni a questa parte .
Questa procedura, però, verrebbe adottata solo nel momento in cui si individui lo scopo di lucro nella condivisione illegale delle opere: qualora invece non si rilevi lo scopo di lucro, la proposta di Casson prevede la depenalizzazione delle violazioni , che da anni è reclamata gran voce da più fronti e che non è mai stata ottenuta . Non è dato sapere quali siano le discriminanti che la proposta eventualmente traccia per delimitare lo scopo li lucro , ma il primo firmatario della proposta, in una intervista rilasciata al Corriere delle Comunicazioni , paragona il proprio testo a “norme già in vigore in molti Paesi UE che hanno eliminato le disposizioni che prevedono la responsabilità penale di chi offre online un’opera protetta da copyright, senza che ci siano finalità di guadagno”.
Nessuna sanzione, promettono le parole di Casson, per coloro che vengano colti a scaricare opere protette dal diritto d’autore : “l’idea è quella di seguire il principio “follow the money”. Si punta a colpire le grandi piattaforme che violano il copyright guadagnando a danno dell’industria”, ha spiegato Casson, magari con la collaborazione degli intermediari che gestiscono le transazioni e l’advertising. Un approccio sulle labbra di molti , dagli operatori della Rete ad AGCOM stessa .
Accanto a quella che dai pochi dettagli in circolazione appare come una sostanziale legittimazione del download, che confida nella soppressione a monte dei comportamenti illeciti, là dove c’è chi ne trae guadagni economici, sembra emergere dalla proposta di Casson uno sguardo attento rispetto a ciò che avviene da tempo online con il riuso e la reinvenzione dei contenuti . Le parole riportate con encomio da chi ha preso visione del testo (parole che peraltro che ricalcano esattamente quelle della relazione che accompagnava una proposta di legge del 2009, depositata dall’onorevole del PDL Cassinelli) cercano un complesso bilanciamento tra il diritto d’autore e la necessità di tutelare la libertà di espressione online: “la necessità di fornire un quadro normativo diverso che, nei limiti di compatibilità con l’Ordinamento comunitario, tuteli i nuovi linguaggi abilitati dalla tecnologia non vuole in alcun modo tradursi nell’imposizione di un sacrificio dei diritti degli autori, ma vuole da una parte salvaguardare quella libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero che, in ogni modo e forma, è tutelata dalla nostra carta costituzionale”.
A parere del Senatore è altresì necessario “contribuire a ridurre l’inefficienza nell’intermediazione dei contenuti musicali e audiovisivi, cominciando a liberalizzare il futuro di questo settore, promuovendo innovazione anche in termini commerciali”. Non è dato sapere se Casson mediti un ripensamento delle competenze di soggetti come le colleciting society , ma per quanto attiene la valorizzazione del mercato legale in Rete , che sta assumendo anche in Italia un’importanza sempre maggiore , Casson rispolvera lo scardinamento delle finestre di distribuzione , un’istanza accarezzata anche da AGCOM. Le finestre rappresenterebbero, a parere del senatore , “concausa certa della pirateria audiovisiva, in quanto gli utenti, in assenza di un’adeguata offerta legale di contenuti audiovisivi online, si rivolgono ai canali pirata di distribuzione di tale contenuto”.
La marcia verso il regolamento AGCOM, nel frattempo, procede: si fa sempre più vicina la scelta del candidato che dovrà sostituire il dimissionario Decina , mentre le pressioni dei rappresentanti dell’industria dei contenuti italiana non si allentano, dopo che è stato sgombrato il campo da presunte macchinazioni sul fronte del governo per legittimare appieno la delicata posizione di AGCOM. Il presidente di AGCOM Cardani aveva a suo tempo assicurato di essere pienamente disponibile a svincolare l’authority da questi poteri che sfuggono alle sue competenze , qualora il legislatore fosse intervenuto per aggiornare il quadro normativo. “Il parlamento è una fonte primaria, Agcom è un’autorità amministrativa – conferma il senatore Casson – Il regolamento si dovrebbe adeguare alle nuove norme in caso di discordanza tra i due provvedimenti”.
Gaia Bottà