Un feroce turbinio di critiche, subito scatenato da una nutrita coalizione di organizzazioni a tutela dei diritti civili dei netizen. Attivisti come quelli di Electronic Frontier Foundation (EFF) e La Quadrature Du Net hanno dunque deciso di ostacolare i nuovi principi annunciati dagli alti vertici dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).
Il documento contestato è quello presentato a Parigi nel corso dell’ultimo meeting organizzato dall’OCSE, che dovrebbe introdurre nuove linee guida per un cambiamento repentino delle attuali policy in materia di Internet. Il testo del Communiqué on Principles for Internet Policy-Making è stato infatti redatto per stimolare ulteriormente la crescita e l’innovazione di un’economia essenzialmente basata su Internet .
Un pugno di “semplici principi di base”, che guidi verso un’adozione di massa delle tecnologie legate alla banda larga o comunque alla costituzione di framework chiari e resistenti . “Per fare il miglior uso possibile di questo straordinario strumento e cogliere le opportunità che ci offre”, come ha sottolineato il Segretario Generale dell’OCSE Angel Gurria. Per “capire dove siamo al momento e dove vogliamo arrivare”, secondo il Commissario europeo Neelie Kroes.
Ci sono però dei principi che non hanno trovato il favore di circa 80 organizzazioni in difesa dei diritti civili, in particolare quelli relativi alla diffusione nazionale di meccanismi di tutela del diritto d’autore. Il Communiqué , nella lettura delle organizzazioni schierate contro il testo, avrebbe in sostanza invitato le autorità locali a fare in modo che i cosiddetti intermediari della Rete vengano ritenuti responsabili delle attività illecite dei propri utenti .
Un vero e proprio regime basato sul blocco dei siti web o comunque sull’interpretazione di un ruolo da poliziotti da parte di provider e operatori in Rete, denunciano gli attivisti. In barba al recente report commissionato dalle Nazioni Unite che ha condannato la dottrina Sarkozy, sottolineando come questa violi i diritti costituzionali dei netizen comunitari.
Mauro Vecchio