A tuffarsi è stato un gruppo di compositori e music publisher a stelle e strisce, capitanato dal leggendario cantante della band hard-rock Grand Funk Railroad . Un’agguerrita causa legale ha così colpito il servizio di streaming musicale gratuito Grooveshark, che promette ai suoi utenti di ascoltare liberamente qualsiasi canzone del mondo .
Le attività digitali della piattaforma con base in Florida non hanno entusiasmato affatto i signori statunitensi del copyright, che si sono rivolti ad un giudice del Tennessee per fiocinare in aula gli squali dello streaming selvaggio. Secondo l’accusa, gli utenti di Grooveshark avrebbero violato in maniera sistematica e ripetuta le attuali leggi a tutela del diritto d’autore .
Una condivisione illecita , messa in atto senza autorizzazione o licenza alcuna. Nessun commento da parte dei vertici di Grooveshark, che già avevano sottolineato come il servizio rispettasse appieno i dettami previsti dal Digital Millennium Copyright Act (DMCA) . La piattaforma era precedentemente finita al centro di una disputa con i responsabili dell’Android Market, rei di aver rimosso ingiustamente la relativa app mobile.
Stando ai dati forniti in quell’occasione, i gestori di Grooveshark avrebbero rimosso circa 1,76 milioni di brani, in base ad un meccanismo molto simile a quello offerto da YouTube ai legittimi detentori dei diritti. Più di 20mila utenti sarebbero inoltre stati allontanati dalla piattaforma, rei di aver caricato brani in maniera illecita . Il servizio di streaming pare vicinissimo ad un accordo di distribuzione con due delle principali major del disco.
Mauro Vecchio