Quando sembra ormai riconosciuto che il nemico da battere sia il mercato dei contenuti illegali online, quando il sistema HADOPI lotta per la sopravvivenza tentando di mettere in mostra il proprio potenziale con dei dati che suscitano perplessità e gli USA fanno altrettanto per il meccanismo dei six strike , il Regno Unito annuncia con orgoglio di essere vicino ad adottare un sistema che scongiuri gli abusi da parte degli utenti: a breve i titolari degli abbonamenti a Internet che bazzichino sulle reti P2P e si dimostrino recidivi nei comportamenti pirata saranno raggiunti da avvertimenti inviati dai loro provider.
Fra i maggiori provider del Regno Unito, BT, TalkTalk, Virgin e Sky, si spiega nell’ annuncio ufficiale diramato dai rappresentanti dell’industria dei contenuti, hanno aderito all’accordo di autoregolamentazione fortemente voluto dal Digital Economy Act del 2010, provvedimento studiato per contenere la condivisone illegale online che ancora stenta ad ingranare. Ora, gli stessi fornitori di connettività che in passato esprimevano dubbi si affiancano agli ISP che già avevano accettato di collaborare , impegnandosi nel Voluntary Copyright Alert Programme (VCAP).
Così come determinato dalle negoziazioni, il sistema si limiterà ad avvertire i cittadini della Rete , senza prevedere alcuna punizione quali strozzature delle connessioni o interruzioni del servizio. I netizen i cui indirizzi IP vengano rastrellati da uno soggetto indipendente sulle reti P2P, intenti a condividere ripetutamente contenuti protetti da diritto d’autore, saranno raggiunti da notifiche nelle quali si segnala l’avvenuta violazione, insieme a suggerimenti volti a convertire l’utente all’offerta legale .
L’obiettivo, spiegano i detentori dei diritti, è quello di responsabilizzare e informare, ad esempio avvertendo gli abbonati inconsapevoli dell’uso che viene fatto della loro connessione domestica.
Il sistema VCAP, parte dell’iniziativa Creative Content UK , sarà co-finanziato da provider e detentori dei diritti . L’altro versante del progetto, quello dedicato ad una più ordinaria campagna informativa, verrà portato avanti con il supporto dello stato britannico, che ha messo a disposizione un fondo del valore di 3,5 milioni di sterline. Dopo anni di passi falsi e di iniziative parziali e farraginose, l’annuncio dell’avvento di un sistema compatto di contrasto alla condivisione illegale online sposta di nuovo l’orizzonte al 2015 . Mike Weatherley, responsabile per il governo delle strategie dedicate alla tutela della proprietà intellettuale, già mette in guardia rispetto all’efficacia della campagna, alla quale sarà necessario far seguire delle misure repressive: “avvertimenti e multe sono ovviamente i primi passi, e il blocco degli accessi a Internet e le pene detentive per coloro che violano la legge e creano danni in modo ripetuto, a mio parere, non devono essere esclusi”. La Francia, il cui sistema di avvertimenti in vigore dal 2009 rappresenta un punto di riferimento per la disciplina britannica, ha applicato in una sola occasione le disconnessioni, ora rimosse per legge dal sistema di enforcement della tutela del diritto d’autore online.
Gaia Bottà