Non siamo ancora alla terza guerra mondiale per i diritti d’autore, ma di certo quanto accaduto in Canada dimostra ancora una volta il livello a cui è arrivato lo scontro tra produttori ed editori e il resto del mondo . Il sito International Music Score Library Project è stato chiuso e svuotato dei propri contenuti dopo che il webmaster ha ricevuto una diffida per conto di Universal Edition AG , etichetta discografica australiana, con la denuncia della presunta infrazione del diritto d’autore riguardo varie composizioni.
Lo rivela l’esperto Michael Geist: il sito canadese – gestito su piattaforma wiki, e dunque aperto alla collaborazione attiva degli utenti – era specializzato nella raccolta di colonne sonore non più protette dal copyright e quindi di pubblico dominio . La policy legale del portale era a tale riguardo tassativa: era permesso aggiungere all’archivio musicale (ospitato su server canadesi e quindi soggetto alle leggi locali) solo le colonne sonore che avessero passato un periodo di tempo che comprende la vita dell’autore più altri 50 anni. Questo è il termine previsto dalle leggi canadesi affinché un’opera divenga di pubblico dominio .
Purtroppo per il gestore del progetto, “semplice studente di superiori” come rivela lui stesso in un ultimo accorato messaggio – disponibile anche in italiano – nei confronti della community nata attorno al sito, le norme sul copyright canadese non sono bastate a fermare l’etichetta austriaca, secondo cui il problema sussiste non tanto nell’infrazione del copyright in Canada quanto piuttosto nel fatto che in Europa esso si estenda su un arco temporale più lungo – cioè la vita dell’autore più 20 più altri 70 anni. Fatto che secondo la società austriaca trasforma IMSLP in un puro e semplice atto di pirateria e distribuzione illecita di materiale protetto.
In particolare, Universal Edition AG ha richiesto attraverso i propri legali con base a Toronto che il sito cominciasse a filtrare gli indirizzi IP non-canadesi , sostenendo che il rifiuto ad ottemperare a tale richieste avrebbe significato l’infrazione sia delle leggi locali che di quelle europee. Con le poche risorse – monetarie ma non solo – a sua disposizione, il webmaster “Feldmahler” non ha avuto altra scelta che chiudere tutto per evitare problemi difficili da gestire.
Secondo Geist, invece, il sito operava in maniera perfettamente legale . A suo dire non c’è alcun bisogno neppure di bloccare gli IP non canadesi. “Il Canada ha scelto un termine di copyright che risponde agli obblighi internazionali – scrive l’esperto – e provare a importare termini più lunghi, come nel caso in oggetto, non solo è una cosa che dovrebbe essere respinta al mittente ma dovrebbe essere trattata come un vero e proprio abuso del copyright”.
Il caso sembra comunque ben lungi dal potersi definire concluso : la board di discussione di IMSLP lascia intendere piuttosto chiaramente che non c’è l’intenzione di lasciar morire il progetto soltanto per soddisfare la sete dell’etichetta mitteleuropea.
Alfonso Maruccia