Dalle parole indimenticabili di Moondance a quelle di China Girl , per arrivare a quelle della più recente hit dei Green Day Wake Me Up When September Ends . Solo alcune delle 528 canzoni finite al centro dell’ennesima crociata contro la condivisione illecita dei contenuti online, nella fattispecie dei testi dei brani musicali. I vertici della statunitense National Music Publishers’ Association (NMPA) contro LiveUniverse, il defunto sito del co-founder di MySpace Brad Greenspan .
Un giudice californiano ha ora obbligato l’imprenditore statunitense a risarcire i grandi publisher , da Peermusic e Bug Music a Warner Chappell. LiveUniverse era stato accusato di massiva violazione del copyright, avendo pubblicato senza alcuna autorizzazione i testi integrali di diverse centinaia di brani musicali .
La corte distrettuale a stelle e strisce ha dunque fatto ricorso al cosiddetto default judgement , in mancanza di prove depositate dalla piattaforma di Greenspan. Offline dal 2010, LiveUniverse era stata lasciata al suo destino legale, con i legali del co-founder di MySpace ad abbandonare il campo di battaglia nell’estate del 2011.
In mancanza di un’adeguata difesa, il giudice californiano ha condannato il gestore di LiveUniverse a versare la cifra di 6,6 milioni di dollari (5 milioni di euro circa) per compensare la NMPA . Praticamente 12.500 dollari per ciascun testo delle 528 canzoni tirate in ballo dai publisher a stelle e strisce.
Mauro Vecchio