Una nuova piattaforma digitale che permetterebbe al governo di Antigua e Barbuda di condividere migliaia di contenuti audiovisivi in barba ai signori del copyright statunitense. Al costo mensile di 5 dollari (3,70 euro circa), gli utenti nell’isola caraibica potrebbero godere dell’accesso illimitato a film, musica e software senza alcun rischio di ritorsione legale da parte degli States .
Se confermato – dagli uffici del procuratore locale Mark Mendel sono arrivate semplici indiscrezioni – il piano del governo centroamericano avrebbe del clamoroso: una piattaforma di distribuzione pirata autorizzata dalla World Trade Organization (WTO) . La stessa organizzazione con base a Ginevra aveva infatti garantito alle autorità caraibiche un diritto di sospensione del copyright a stelle e strisce fino ad un valore massimo di 21 milioni di dollari all’anno.
Dalla fine degli anni Novanta, l’economia di Antigua e Barbuda si era fortemente basata sul gioco d’azzardo, rilanciato con successo dalle varie piattaforme su Internet. Stando ai dati occupazionali rilasciati dal governo locale, il 5 per cento della popolazione aveva trovato un impiego nelle principali aziende specializzate . Una situazione ideale fino alla metà degli anni 2000, quando gli Stati Uniti intervenivano con un blocco commerciale.
In sostanza , il governo di Washington aveva imposto una serie di restrizioni impedendo alle aziende locali di entrare nel fiorente mercato a stelle e strisce. All’improvviso, una economia da miliardi di dollari si era ritrovata con il classico pugno di mosche. Fino alla decisione della WTO nel 2005: il blocco dei canali commerciali con Antigua veniva ritenuto illegale , dal momento che negli stessi States il gioco d’azzardo rimaneva attività di business lecita.
In una recente lettera inviata dagli Stati Uniti a Ginevra si denuncia come l’eventuale furto della proprietà intellettuale a stelle e strisce non farebbe altro che danneggiare l’economia dell’isola caraibica. Qualsiasi possibilità di accordo con Washington andrebbe di conseguenza a cadere , mentre le aziende high-tech statunitensi non farebbero mai più affari con Antigua e Barbuda. Attualmente, non è chiaro se e quando la piattaforma pirata verrà lanciata.
Mauro Vecchio