Il Libro bianco sul diritto d’autore previsto dall’UE potrebbe non vedere mai le stampe: troppo poco ambizioso per alcuni, troppo difficile trovare una linea di incontro tra i diversi interessi contrastanti per altri.
Il rapporto che dovrebbe contenere la revisione del quadro normativo comunitario in materia di diritto d’autore era atteso già per luglio: tuttavia è stato rinviato ad una seconda revisione, rimandandone l’approvazione a dopo settembre. Sembra essere stata proprio Neelie Kroes, responsabile per l’agenda digitale, a guidare l’opposizione (tra cui spicca anche il commissario europeo per la ricerca Máire Geoghegan-Quinn): sembra ritenere il testo attuale “non sufficientemente ambizioso”.
Ad essere divulgato , per il momento, è quindi solo un rapporto che sintetizza i risultati principali dell’ ampia consultazione pubblica alla base del libro bianco promossa tra dicembre e marzo scorsi dal titolare comunitario al mercato interno, il francese Michel Barnier.
I contributi raccolti sono oltre 9.500 e sono stati trattati da una squadra di cinquanta funzionari : si tratta di cifre da record, tra le più elevate fatte registrare da una consultazione pubblica europea.
Ciononostante, il lungo ed ambizioso lavoro potrebbe portare solo a questo risultato: ad ottobre scade anche il mandato dell’attuale Commissione e con essa potrebbe anche finire lo sforzo profuso nel Libro bianco sul diritto d’autore .
Per il momento, vale la pena scorrere le tante le questioni su cui i cittadini europei si sono espressi: dal diritto di link all’interoperabilità tra dispositivi. A quanto pare la gran parte dei consumatori europei che hanno partecipato alla consultazione ha denunciato i problemi riscontrati nel fare accesso a determinati servizi online da diversi paesi dell’Unione e le restrizioni geografiche imposte sui contenuti online : la mancanza di un approccio paneuropeo al diritto d’autore e alle relative licenze sembra insomma la principale problematica sollevata dai cittadini.
Claudio Tamburrino