Non è dato sapere se emerge dalle fucine di stato, né se il prezzo sarà alla portata dei cittadini: certo è che non è connesso alla rete, che non monta una fotocamera, ma è zeppo di sussidi educativi. Samjiyon, in omaggio a una regione della Corea del Nord, è il nome con cui le indiscrezioni identificano il tablet prodotto dalla Repubblica Democratica Popolare di Corea.
Il dispositivo, secondo fonti locali riportate da Bloomberg TV , sarebbe in avanzata fase di sviluppo. potrebbe trattarsi di una seconda epifania di una tavoletta di stato mostrata il mese scorso ad un’esposizione di Pyongyang dedicata all’elettronica.
Niente connessione a Internet, come prevedibile , niente fotocamera: gli utenti, lo si osserva dalle icone presentate sullo schermo in inglese come terminologia IT impone , potranno però intrattenersi con contenuti precaricati quali ebook e video, un’enciclopedia, un servizio di mappe. Una strategia che sembra collimare con il programma di informatizzazione che la Corea del Nord vorrebbe introdurre fra le più giovani leve.
Nulla trapela riguardo al sistema operativo, che probabilmente sarà declinato su misura, come avviene per la distro Linux di stato Red Star.
È mistero anche sull’origine dell’hardware: lo scorso anno Pyongyang aveva presentato con orgoglio la propria gamma di computer autarchici, mostrando ai cittadini le fabbriche in cui la macchine sarebbero state forgiate. Fabbriche ancore in via di costruzione. Il che aveva fatto pensare ad una soluzione che prevedesse componenti cinesi assemblate in Corea del Nord, o alla semplice installazione del software autarchico su prodotti confezionati altrove. Anche nel caso di Samjiyon non c’è chiarezza alcuna .
Gaia Bottà