La Corea del Sud è al primo posto nel mondo per densità di infezioni da botnet – 14,6 PC zombi per ogni 1.000 computer, calcola Microsoft – e per affrontare con efficacia il problema il governo di Seul si dice pronto a un’azione legislativo-poliziesca senza precedenti.
Quest’azione radicale prende il nome di “Legge di Prevenzione dei PC Zombi”, e mira a istituzionalizzare l’obbligatorietà dell’uso di software di sicurezza autorizzato o prodotto dal governo stesso – che non si fa mancare una sorta di “backdoor” per spiare tutti gli utenti del paese a proprio totale piacimento.
Dovesse entrare realmente in vigore la legge anti-zombi, nella informatizzatissima Corea del Sud ogni utente di PC verrebbe costretto a installare il software di sicurezza governativo, il governo avrebbe il potere di mettere al bando i sistemi zombificati, i produttori di soluzioni antivirali dovrebbero omaggiare principalmente i voleri e le esigenze del governo più che le necessità dell’utenza e del libero mercato.
Ma la cosa che fa più discutere della legge è la concessione agli agenti governativi della capacità di “esaminare i dettagli del business, i registri, i documenti e altro” di chiunque – azienda o privato – fosse solo sospettato di non utilizzare il software di sicurezza ufficiale. Il governo vorrebbe insomma istituzionalizzare un software di sicurezza con backdoor “ufficiale” integrata , garantendosi il diritto di spiare indiscriminatamente i cittadini senza la necessità di chiedere autorizzazione all’autorità giudiziaria del paese.
Alfonso Maruccia