La Corte distrettuale di Seul ha respinto le accuse di Samsung nei confronti di Apple.
La coreana si era rivolta al tribunale del suo paese d’origine a marzo 2012: accusava Cupertino di aver violato tre dei suoi brevetti non legati a standard tecnologici e chiedeva il pagamento dei danni ed il bando di sei modelli di iPhone e iPad .
Il tribunale coreano non si è fatto influenzare dalla nazionalità delle parti ed è arrivato ad una sentenza molto dura per Samsung: uno dei brevetti contestati dalla coreana non è stato violato da Cupertino, mentre gli altri due sono addirittura invalidi perché in mancanza del requisito di attività inventiva. Insomma: anche se si tratta di nuove tecnologie, secondo il giudice sono innovazioni banali rispetto allo stato della tecnica .
In precedenza , in una diversa causa la stessa corte coreana aveva condannato sia Apple che Samsung per la reciproca violazione brevettuale . In quell’occasione entrambe hanno dovuto pagare danni alla rivale ed i prodotti con la Mela avevano subito un’ingiunzione preliminare di blocco, poi sospesa fino alla conclusione dell’appello.
La Corea, peraltro, è solo uno dei fronti aperti della guerra brevettuale che vede Apple e Samsung rispondersi denuncia su denuncia nei tribunali sparsi per il mondo, tra cui quelli italiani, tedeschi, britannici, olandesi, statunitensi, neozelandesi e giapponesi. Il moltiplicarsi di casi è coinciso con una crescita proporzionale del numero di sentenze di segno opposto, nonostante le due si rinfaccino la violazione della stessa tecnologia e dello stesso design. Essendo la proprietà intellettuale una materia squisitamente territoriale, infatti, la valutazione di un brevetto è dipendente dalle interpretazioni e dalle normative specifiche in materia di violazione dei diversi paesi.
Così, per esempio, mentre negli Stati Uniti la battaglia si è riaccesa con il ricalcolo dei danni che Samsung è costretta a pagare per la violazione della proprietà intellettuale della rivale, in Asia la coreana aveva già incassato una dura sconfitta in Giappone, dove la corte distrettuale di Tokyo l’ha considerata in violazione di un brevetto Apple sulla tecnologia bounce-back , considerando al contempo non violato da Cupertino un suo brevetto relativo al download delle app e alla modalità offline.
Claudio Tamburrino