Le indiscrezioni sono rapidamente rimbalzate in rete: le autorità antitrust della Corea del Sud avrebbero visitato a sorpresa gli uffici locali di Google , alla ricerca di preziose informazioni su certe pratiche di gestione del suo sistema operativo mobile Android.
Un vero e proprio raid tra i corridoi della divisione a Seul, per capire se BigG abbia davvero escluso i due maggiori search engine del paese dai meandri del suo sistema operativo . L’antitrust sudcoreana era stata chiamata in causa dalle società NHN e Daum Communication , che insieme rappresentano il 90 per cento del mercato locale.
Secondo l’accusa scagliata nello scorso aprile, Google avrebbe impedito ai produttori di smartphone sudcoreani che hanno scelto Android di includere nei loro dispositivi le applicazioni di ricerca concorrenti della stessa BigG , arrivando a ritardare quelli colti in “violazione delle condizioni contrattuali”.
Insinuazioni rispedite al mittente da parte del colosso di Mountain View, che ha ora sottolineato come Android rimanga una piattaforma aperta e dunque non legata obbligatoriamente al search Google . BigG ha comunque mantenuto un atteggiamento aperto nei confronti delle autorità antitrust del paese asiatico, mettendosi a disposizione per le indagini sulle sue pratiche di business.
Mauro Vecchio