Accogliendo la richiesta della scorsa settimana da parte del governo ucraino, gli exchange di criptovalute della Corea del Sud hanno bloccato gli account utente dei residenti in Russia.
La mossa, studiata in risposta all’attacco dell’esercito russo nei confronti dell’Ucraina, si allinea con le disposizioni del governo sudcoreano, che ha applicato pesanti sanzioni e restrizioni contro diverse banche russe. Si tratta di una risposta forte e rigorosa se si considera che le più grandi piattaforme di scambio di criptovalute, come Coinbase, Kraken e Binance, rimangono molto prudenti sulla questione.
Corea del Sud: le rigorose normative che colpiscono le criptovalute in Russia
Come riporta la stampa locale, alcuni dei più grandi sistemi di scambio di criptovalute della Corea del Sud hanno bloccato gli indirizzi IP russi: Gopax, Upbit, Bithumb, Coinone e Korbit. Ma c’è di più, dato che alcune piattaforme hanno attuato ulteriori misure restrittive:
- Restrizioni agli indirizzi IP russi;
- Blocco degli abbonamenti dei clienti residenti in paesi ad alto rischio di riciclaggio di denaro, in base ai principi della Financial Action Task Force della Corea del Sud;
- Nessun prelievo di criptovalute per i titolari di conti russi.
Le normative sulle criptovalute nel paese sudcoreano sono considerate tra le più rigorose al mondo e sebbene in atto pratico non si pensa possano avere un grosso impatto in Russia, l’iniziativa potrebbe essere presa d’ispirazione da altre piattaforme.
Non a caso, Singapore e Svizzera hanno già seguito l’esempio con sanzioni crittografiche e il Giappone starebbe valutando una mossa simile. In particolare, la Svizzera ha fatto sapere che il congelamento delle criptovalute era necessario al fine di proteggere l’integrità della sua piattaforma blockchain.
Misure che messe assieme contribuiscono ad aumentare la pressione verso le piattaforme che non si sono ancora esposte in questo senso, come Coinbase, Coinbase, FTX e Kraken. Che hanno fatto sapere che l’uso delle criptovalute è tracciabile in modo rigoroso e si tratta comunque di un mercato troppo piccolo per la Russia.
Tuttavia, l’Unione Europea, il Regno Unito e gli Stati Uniti stanno già valutando sanzioni simili che vadano a colpire anche il mercato delle valute digitali e sarebbero in corso delle trattative con le principali piattaforme di scambio per metterle in atto.