In Corea del Sud, la privacy degli utenti di telefonia mobile potrebbe presto finire nelle mani delle forze dell’ordine: la polizia sembra intenzionata a sostenere un provvedimento che prevede che tutti i nuovi telefoni cellulari siano equipaggiati con un modulo GPS per consentirne la localizzazione.
Oggi circa il 20% del telefonini coreani attivi è già provvisto di funzionalità GPS, utilizzata principalmente per il funzionamento di software di navigazione satellitare. Secondo quanto riportato da Xinhua , il governo ha già presentato all’assemblea nazionale un progetto di legge , corredato da una relazione che motiva la proposta di dotare tutti i nuovi cellulari di GPS con l’obiettivo di fronteggiare la criminalità, con particolare riguardo a recenti episodi di rapimento e altri crimini di cui sono state vittime donne e bambini.
Il provvedimento, se approvato, avrebbe due effetti collaterali. Innanzi tutto, come detto sopra, l’ addio alla privacy : la possibilità di essere localizzati così facilmente attraverso il proprio telefonino potrebbe essere indigesta a molti cittadini, che potrebbero temere abusi. In secondo luogo, c’è il fattore economico: la nuova feature potrebbe rendere più costosi i cellulari , soprattutto quelli di fascia medio bassa. A questi elementi si aggiunge il fatto che il segnale satellitare funziona bene solo se un utente si trova all’aperto.
L’idea di localizzare gli utenti tramite telefonini dotati di GPS non è certo una novità: sempre adducendo la crescente criminalità, ma anche prevedendo eventuali emergenze, già da qualche anno anche il Giappone ha pensato di incentivare la diffusione di cellulari più facilmente localizzabili e operatori come Sprint negli USA e KPN in Olanda – anticipando intenti normativi – ne hanno fatto un business, varando servizi di localizzazione familiare che fanno leva sull’apprensione dei genitori.
Dario Bonacina