La Fair Trade Commission coreana ha condannato Intel a pagare una sanzione pari a circa 16 milioni di euro . Secondo la commissione, il chipmaker di Santa Clara avrebbe violato le norme del libero commercio, allo scopo di impedire alla concorrenza di gareggiare nella conquista di una propria fetta del mercato. L’azienda statunitense si è detta “delusa” del verdetto, e ha già chiarito che intende metterlo in discussione in appello.
La decisione giunge dopo una istruttoria durata tre anni. Le autorità coreane si erano concentrate in particolare sugli accordi stipulati da Intel, Samsung e Trigem nel periodo compreso tra il 2001 e il 2005: durante tutto questo periodo l’azienda nordamericana avrebbe versato oltre 370 milioni di dollari nelle casse dei due produttori per persuaderli a non acquistare processori AMD.
Da parte sua, Intel continua a ribadire la sua ferma intenzione di sostenere la libera competizione sul mercato, professando la totale estraneità alle accuse che le vengono contestate. In particolare, secondo il chipmaker i fondi passati di mano costituirebbero nient’altro che la contropartita legata a delle politiche di rebate , assolutamente lecite, adottate sul mercato sudcoreano.
Non è il primo caso in cui Intel si deve confrontare con accuse di questo tenore. Nel 2005 , l’antitrust giapponese aveva condannato l’azienda nell’ambito di una inchiesta simile, e l’ Unione Europea sta portando avanti in questi mesi una complessa istruttoria che vede contrapposte AMD e il chipmaker di Santa Clara con reciproche accuse di scorrettezza .