Roma- La guerra in Corea è ormai terminata da quasi sessant’anni, ma le tensioni tra Sud e Nord sembrano non essersi mai sopite del tutto. Park Jung-geun, un fotografo di 23 anni sudcoreano, è stato arrestato lo scorso 11 gennaio dalle autorità di Seoul perché ha ripostato un messaggio dall’account Twitter del governo di Pyongyang.
Il messaggio incriminato era “Lunga vita a Kim Jong-il”, il dittatore che ha letteralmente regnato in Nord Corea dal 1994 fino alla morte, avvenuta il 17 dicembre 2011. Il cinguettio proveniva direttamente da Uriminzokkiri.com, il sito del governo nordcoreano . Non solo. Nei suoi post su Twitter, Park Jung-geun si è paragonato al “Giovane Generale” (come viene chiamato Kim Jong-il dai nordcoreani) in quanto anche lui ha ereditato il suo studio fotografico dal padre; ha pubblicato link di canzoni che esaltavano il regime di Pyongyang e ha modificato e caricato un manifesto di propaganda mettendo il suo stesso viso sul soldato nordcoreano raffigurato e una bottiglia di whisky al posto del fucile.
I guai di Park Jung-geun potrebbero diventare molto seri. Infatti il ragazzo rischia fino a sette anni di carcere per aver violato la discussa National Security Law (NSL) che vieta tutte quelle azioni che “vanno a vantaggio del nemico”. Cosa si intenda esattamente per “nemico” non è ben chiaro, così come non è ben definito in cosa consistano queste azioni. La NSL venne emanata per la prima volta nel 1948, ma nonostante sia stata aggiornata più volte (l’ultima versione è del 1997) sembra ancora una legge da Guerra Fredda .
Il giovane Park ha detto di aver rilanciato il messaggio per divertimento e per fare satira sul leader nordcoreano . Le autorità di Seoul però non gli hanno creduto e, dopo aver fatto irruzione nel suo studio fotografico, l’hanno interrogato più volte. “È stato umiliante e ridicolo dover spiegare con toni seri i miei scherzi agli investigatori” ha affermato Park.
Il giovane ha dalla sua parte un importante fattore: è un membro del partito socialista della Corea del Sud, formazione politica che ha criticato più volte e apertamente la dittatura dei vicini del Nord. A favore di Park si è schierata Amnesty International che ha richiesto il rilascio immediato del ragazzo e ha accusato Seoul di “non capire il sarcasmo”. Sami Zafiri, un esponente della nota ONG ha dichiarato: “Imprigionare qualcuno per aver espresso pacificamente le proprie opinioni viola il diritto internazionale. Le accuse contro Park Jung-geun sono semplicemente ridicole”. Amnesty sostiene che il caso di Park non sia isolato e che la NSL venga spesso usata per limitare la libertà di parola: “Non è utilizzata per reagire alle minacce alla sicurezza nazionale, ma per intimidire le persone e limitarne la libertà di parola – ha continuato Zafiri – questo non è un caso di sicurezza nazionale, ma un triste episodio sul completo fallimento delle autorità sudcoreane nel comprendere il sarcasmo”.
Insomma la NSL fa discutere, e anche molto, tant’è che persino le Nazioni Unite e molte altre organizzazioni che difendono i diritti umani hanno invitato il governo di Seoul ad abrogare o, quantomeno, a rivedere la legge .
Da quando nella Corea del Sud governa il conservatore Lee Myung-bak, la NSL è salita alla ribalta . Nel 2010, 151 persone sono state interrogate con l’accusa di aver violato la legge. Nel 2007 erano 39. Sempre nel 2010, 82 persone sono state incriminate di fare propaganda alla Corea del Nord. Nel 2008 erano appena cinque. Nei primi dieci mesi del 2011, la polizia sudcoreana ha cancellato più di 67mila messaggi postati su Internet perché, a suo dire, minacciavano la sicurezza nazionale in quanto “lodavano la Corea del Nord e denunciavano gli Stati Uniti e il proprio governo”.
Gabriella Tesoro